IL VERGOGNOSO FENOMENO DEL NOMENCLATORE TARIFFARIO DEGLI AUSILI E DELLE PROTESI
Un documento ministeriale il cui aggiornamento è fermo al 1999 a discapito degli erogatori convenzionati e soprattutto degli invalidi fruitori.
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e divulgatore di tematiche sociali)
La Sanità pubblica si sta macchiando di un’altra grande inefficienza: il non totale riconoscimento (dal punto di vista economico) per quanto riguarda la fornitura di ausili protesici ed ortesici agli invalidi civili. In realtà è una vecchia storia in quanto mi riferisco al cosiddetto Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi emanato dal Ministero della Salute, il cui aggiornamento è fermo al 1999. Questo mancato adeguamento sta penalizzando molti invalidi in quanto avendo bisogno di una ortesi o di una protesi, ottengono sì l’autorizzazione dalla propria Asl ma se l’importo del presidio supera ciò che è stabilito dal tariffario, la differenza è a carico del fruitore stesso. A tal riguardo va precisato che le Officine Ortopediche convenzionate con la propria Asl regionale, in questi 23 anni hanno avuto a loro volta aumento di costi relativi al materiale e al personale e, di conseguenza, la loro prestazione va ben al di fuori di quanto stabilito dal Nomenclatore. Ecco che allora il cittadino invalido si trova, ancora una volta, a subire la penalizzazione del SSN e del SSR; ma ciò che rasenta l’assurdo è che gli interessati non hanno fatto alcuna rimostranza scritta agli Enti preposti ossia alle Asl, Assessorati alla Sanità, al Ministero della Salute, etc. Se la situazione tende a non risolversi sarebbe utile che tutti i cittadini chiedessero alla propria Regione di visionare i bilanci in materia di Sanità pubblica, ma purtroppo ho la matematica certezza che ciò non accadrà mai. Ma ancora più disdicevole è che non ci siano associazioni che si pongano a difesa del cittadino per questi diritti negati totalmente o parzialmente, di conseguenza si tratterà di attendere ancora e, nel frattempo, molti rinunceranno alla prestazione oppure chi può userà i propri risparmi come per altre prestazioni sanitarie (visite specialistiche, esami strumentali, etc.). Il fatto che la nostra salute e la nostra vita sia “discrezione” della politica è un fatto che va in controtendenza con la nostra Costituzione, e come recita il secondo paragrafo della stessa, tocca allo Stato rimuovere gli ostacoli che ledono i diritti dei cittadini, e lasciare intatto quel benedetto Nomenclatore è proprio uno degli ostacoli da rimuovere. Poi ci si lamenta che la popolazione invecchia, che aumentano i malati cronici e gli invalidi, che calano le nascite, ma nessuno ci ha mai informato degli esiti in merito alle migliaia di falsi invalidi scoperti alcuni anni fa, soprattutto nel sud. Si dice inoltre che mancano i fondi per questo o quel provvedimento, ma chi si è mai permesso di controllare i bilanci dello Stato? E se anche di diritto, di fatto è praticamente impossibile per una serie di ragioni che si possono ben comprendere. Da qui in poi, ogni voce che si eleva si perde nell’oasi di un deserto, una voce che non prevede nemmeno l’eco e di conseguenza il cittadino inerme resta alla mercé di un sistema di sudditanza, se non anche vessatorio, in attesa di finire i suoi giorni… e solo dopo, forse, quel benedetto Nomenclatore sarà aggiornato probabilmente a favore dei superstiti e delle generazioni future di invalidi civili. In compenso, però, ogni Asl si fa bella annunciando di tanto in tanto la inaugurazione di una nuova struttura sanitaria con tanto di taglio del nastro; una coreografia che ha della mera teatralità cui seguono applausi e riconoscimenti al politico che ha portato a termine tale iniziativa (al cittadino non interessano queste presentazioni ufficiali, sono sufficienti le normali comunicazioni “di servizio”, mentre interessa l’erogazione delle prestazioni sanitarie del SSN). È dunque questa la Sanità che si vuole? Non direi, i cittadini-pazienti, o potenzialmente tali, hanno bisogno di una Sanità pubblica che garantisca loro cure e assistenza in tempo reale… senza lustrini e merletti, come pure la fornitura degli ausili di cui hanno bisogno per restare vivi e attivi nella società. Intanto, la Sanità privata continua ad imporsi facendo affari d’oro, grazie anche all’esodo dei sanitari dalla Sanità pubblica, un fuggi fuggi che i pazienti meno abbienti non riescono a rincorrere se non pagando in tempi immediati significative parcelle. In buona sostanza, rispettare le Leggi? Sempre, ma se tutti i cittadini fossero coerenti con quanto lamentano, dovrebbero agire (individualmente) per raccomandata A/R quale esposto-denuncia per mancata assistenza e, in sub-ordine, per omissione in atti di ufficio.