“Immergersi – Forme di vita”, raccolta poetica di Jo Sallemi
“Sono vinta. / E rinasco / nell’amare la farfalla / che vive un giorno.” È un percorso di rinascita e cambiamento quello raffigurato dalle poesie di Jo (Giovannella) Sallemi, raccolte nel suo libro d’esordio Immergersi – Forme di vita. Il talento poetico della scrittrice siciliana è stato scoperto da Edizioni EventualMente, la casa editrice ragusana specializzata proprio nella letteratura in versi, che questo mese pubblica il suo primo volume.
Le ventuno poesie che compongono l’opera, alcune molto brevi, altre più articolate, sono unite dal filo conduttore della sofferenza interiore per un amore ormai finito, che ancora sopravvive nel cuore dell’autrice non più come fuoco ardente, bensì come sola brace. Non ispira più emozioni trascinanti come la fiamma che avvampa, ma al contrario lo si guarda con distacco. Fissare una brace riporta alla realtà, a percepire il contesto dopo l’emozionante attrazione generata dalla vampa.
È stata questa l’immersione da cui Jo Sallemi è ormai uscita, e sceglie consapevolmente di soffocare il suo fuoco senza fretta, con il solo aiuto del tempo e della distanza. “S’alza la marea fino alle soglie dell’anima”, così l’autrice raffigura quel sentimento di rabbia impotente di fronte all’amore non corrisposto, o peggio tradito, che tutti hanno provato qualche volta nella vita. Lo affronta con quell’approccio di antica saggezza meridionale basato sulla capacità di sopportare guardando oltre, sicuri che nessuna delusione, per quanto grande, può fermare lo scorrere del tempo. Il giunco si piega di fronte al temporale, che alla fine svanisce, mentre il giunco rialza la testa: “Tutto è spinto a riva. / Cerca di diventare conscio / presente. / Ma la marea si abbassa. / Rientrano le acque / ed è passato.”
Nella realtà l’autrice ha scelto di interporre una distanza fisica con l’amato, tornando nella natìa Sicilia dopo dieci anni trascorsi in Toscana. Il cambio di prospettiva è raccontato da quattro poesie scritte in momenti successivi, e unite da un verso ricorrente: “sei tu che perdi me”. La consapevolezza che siamo noi, non gli altri, a definire il nostro reale valore, le permette di affrontare la sofferenza tenendo lo sguardo fisso sull’uscita. Fino a varcarla e guardare indietro senza rimorsi: “La distanza che ho preso non è ancora sufficiente / Ma è abbastanza per vedere che sei un punto nello spazio ormai”.
Prima o poi lo scorrere del tempo restituisce anche la forza per riaprire la scatola delle esperienze sofferte, per estrarne quelle parti che desideriamo comunque portare con noi, perché hanno valore a prescindere: “Cosa nascondo nel pugno stretto / Quella sabbia su cui scrivesti ti voglio bene / Quella sabbia che rubai prima che l’onda cancellasse le tue parole.”
In questa vicenda personale, ma tanto comune e quindi comprensibile da tutti, come dovrebbe essere sempre la letteratura, trova spazio anche l’attualità: una poesia è infatti dedicata a Parigi, colpita dal tragico attentato terroristico alla rivista «Charlie Hebdo». Seguita da un’altra dedicata a un ipotetico internato nel famigerato campo di concentramento di Dachau, come a ricordarci che noi europei l’orrore non l’abbiamo solo subito, ma anche imposto.
Immergersi – Forme di vita è una lettura agile di sole 76 pagine, al costo di 10 euro, da regalare a un’amica/o alle prese con le difficoltà dell’amore.