In ascesa il miraggio della ricchezza prodotta dai telequiz
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
I problemi della vita non si estinguono con la “corsa all’oro”, sia pur essa intesa come una panacea della propria condizione del momento; ma con la consapevolezza che nella vita tutto è effimero e che nulla ritorna a sé…
Caparbiamente vorrei tornare a disquisire sul tema della venalità, sia essa favorita dalla “occasionale” fortuna inseguita per la spasmodica volontà di arricchirsi. In questi decenni, ossia da quando la televisione è entrata nelle case, molteplici sono stati i programmi dedicati ai telequiz: giochi a premi (in gettoni d’oro o denaro) sapendo rispondere a domande d’ogni genere, ma in realtà tirando a indovinare, perché non sono mancati concorrenti istruiti che non hanno saputo rispondere a qualche domanda poco più che elementare, ed altri che hanno escogitato stratagemmi come l’aver memorizzato sul qualche minuscolo bigliettino la fatidica risposta… Ormai storico è l’esempio di una concorrente (M.L.) che nel 1990 partecipando al programma Telemike in onda su Mediaset, indignò il conduttore Mike Bongiorno per essere stata scoperta ad armeggiare in cabina con bigliettini non sapendo rispondere alla domanda che probabilmente l’avrebbe resa campionessa o meno… Un episodio che ha fatto scalpore sottolineando quanto l’indole umana può fare pur di raggiungere il traguardo della notorietà e della ricchezza. La venalità, che va di pari passo con il materialismo d’ogni genere, è sempre più presente in molte persone d’ogni ceto socio-culturale; alcuni hanno messo a buon frutto la inattesa o inseguita fortuna, altri si sono rovinati l’esistenza… Ma quali le origini di questa materialistica idea di arricchire qualcuno, oltre che i proprietari delle stesse Emittenti? Uno di questi “allettanti” format è Chi vuol essere milionario? (in epoca delle lire era Chi vuol essere miliardario?,dal 2000 al 2001) è un programma televisivo a premi in onda su Canale 5 condotto da Gerry Scotti, ed è la versione italiana del format inglese Who Wants To Be a Millionaire?, prodotto dalla emittente ITV e da Celador e trasmesso in più di 120 nazioni del mondo. Un programma che è entrato addirittura nei Guinnes dei primati per il maggior numero di puntate del format. Con le oltre 1.690 puntate è l’ottavo quiz più longevo della televisione italiana; ma va ribadito che tale programma, come diversi altri analoghi, è di ispirazione statunitense per le cui modalità si sono ispirati tutti Paesi in cui va in onda, sia pur con qualche variante in merito ai premi, ai concorrenti e alle domande. Ed è inutile dire che in Italia ha fatto presa sia per l’originalità del programma e la simpatia del conduttore, che per la finalità del montepremi.
L’ultimo exploit in fatto di vincita milionaria risale alla puntata di mercoledì 29 gennaio scorso, alla quale ha partecipato il 30enne pescarese Enrico Remigio, venuto apposta da Singapore dove vive e che, grazie al mix riflessione-intuito-fortuna, alla domanda di Gerry Scotti: «Cosa lasciò scritto sul suolo lunare Gene Cernan, l’ultimo uomo che mise piede sulla luna?», la risposta data è stata: «Le iniziali della figlia, ossia TD per Tracy D. Cernan», che gli è valsa la vincita di un mlione di euro. Più che scontato il tripudio del pubblico in studio e dello stesso Scotti che, per lui e per i mass media, il giovane vincitore è stato elevato agli onori con il titolo di “Nuovo re dei Quiz”. A questo punto mi chiedo, oltre ad appagare le proprie situazioni materiali ed economiche, quali potrebbero essere le considerazioni dei concorrenti-vincitori (o potenziali tali) sul tema della vita, poiché tutto è effimero e tutto si vanifica nel corso della nostra… povera esistenza i cui reali valori, a mio avviso, sono di ben altra natura? Inoltre, come immaginiamo lo stato interiore delle persone che, prive di un lavoro e di un sostentamento vitale, vengono a conoscere questi esempi di venalità che il “vero” povero mai si sognerebbe di inseguire nonostante la propria precaria esistenza? Le domande sembrerebbero banali ma io credo meritino comunque una unica risposta: la coerenza di anteporre la propria dignità a qualunque forma di materialismo nonostante tutto… pur nel rispetto, bene inteso, dei propri simili divenuti ricchi grazie ad una “indovinata” risposta partecipando ad un telequiz.
L’immagine di copertina è tratta da TV Fanpage