Inchiesta: Donne e occupazione, l’Italia penultima in Europa
Siamo al penultimo posto in Europa per occupazione femminile, seguiti solo da Malta e il nostro Paese non ha mai avuto un premier donna. Questi due fatti la dicono lunga sulla situazione che vive l’Italia. Secondo un recente sondaggio Istat le donne hanno tredici punti in meno degli uomini, è questo lo svantaggio nel lavoro delle donne, soprattutto giovani, rispetto agli uomini. Oggi in Italia lavora il 48,6% dei maschi, contro il 35,4% delle donne. E lo svantaggio si rileva per tutte le aree geografiche, anche se le giovani del Nord presentano un tasso di occupazione più che doppio rispetto a quelle del Sud (47,2% contro 21,9%), divario che si manifesta anche per le laureate: il tasso di occupazione femminile per chi è in possesso di laurea risulta, infatti, pari al 30,6% nel Sud e al 59% nel Nord. Il tasso di disoccupazione femminile, per l’eta’ 18-29 anni, è al 21,1%, contro il 18,4% di quello maschile. Il tasso di disoccupazione arriva al 33,1% al Sud, dove anche quello maschile è alto (28,4%). Con riferimento alle giovani tra i 18 e 19 anni, il tasso di disoccupazione femminile e’ molto più elevato – il 48,3%, con punte del 53,7% – al Sud, ma anche al Nord (42,6%) resta alto. Il tasso di inattività femminile e’ al 55,1%, contro il 44,4% dei coetanei maschi. Ciò è dovuto all’elevata presenza di studentesse, che rappresentano il 59,8% delle inattive. Solo per le laureate il tasso di occupazione è simile a quello dei coetanei (47,7% contro 48,8%). Anche per chi è in possesso di diploma, la differenza di genere nei tassi di occupazione rimane elevata (50,8%contro37,2%). La fotografia scattata dall’Istat per il 2009-2010 presenta uno scenario scoraggiante per le donne, giovani soprattutto. Giovani donne che ancora sono costrette a vivere in larga parte in famiglia e nel lavoro sono più svantaggiate dei loro coetanei, sebbene studino di più, leggano (64,4% dei casi contro il 41,3% dei coetanei), visitino musei, vadano a teatro (25,8% contro 19,5%), al cinema (39,6%) e pratichino più sport dei coetanei, e soprattutto siano molto tecnologiche. Infatti, l’81% usa Pc e internet, un valore elevato, pari a quello dei coetanei. Ma per la fascia di eta’ 25-29 anni si rileva, invece, un vantaggio femminile di circa due punti. L’Istat rileva inoltre che per le donne c’e’ più occupazione a tempo determinato rispetto ai colleghi maschi. Le giovani donne hanno più frequentemente un lavoro a tempo determinato (34,8% contro 27,4%). La percentuale di tempi determinati tra le giovani cresce con il titolo di studio, passando dal 28,8% tra chi ha un titolo di studio basso al 35,0% delle diplomate, fino al 40,6% delle laureate. Nel Sud, la percentuale di donne con contratto a tempo determinato raggiunge il 44,6% tra le laureate. Anche nel Nord le laureate con un lavoro a tempo determinato sono più dei maschi e la relativa quota è pari al 37,8%. Anche il contratto part time è più frequente tra le ragazze che tra i ragazzi: 31,2% contro 10,4%. Per 3 donne su 5, comunque, il part time non è una scelta ma un ripiego. Nel Sud tale percentuale si attesta al 38,1%, nel Centro al 32,5% e nel Nord al 27,5%: per la componente maschile le analoghe percentuali sono pari all’11,8%, al 12,2% e all’8,7%. Il 64% delle donne di 18-29 anni dichiara di lavorare part time perché non ha trovato un lavoro a tempo pieno. L’incidenza del part time involontario aumenta passando dal Nord (56,1%), al Centro (64,3%), al Mezzogiorno (76,1%). Le laureate presentano una percentuale inferiore, ma sempre elevata (57,2%). Sono inoltre più numerose dei maschi (22,9%) le giovani (29,9%) che non lavorano e non studiano: nella classe di eta’ 18-29 anni sono 1 milione 153mila, piu’ della meta’ (622mila) vive al Sud e la metà (626mila) ha tra 25 e 29 anni. L’Italia detiene un primato europeo poco onorevole anche per quanto riguarda le lavoratrici madri. Con il 55% è, infatti, penultima, seguita solo da Malta (42%), mentre in Germania più di 7 madri su 10 (72%) con almeno un figlio in casa di eta’ fino a 25 anni si recano a lavorare. (Fine prima parte- Continua)
Francesca Lippi