LA BUROCRAZIA ITALIANA CONTINUA A FAR STRAGE
Una sorta di pandemia che si protrae da oltre settant’anni anche se il superarla non dipende da un vaccino ma dalla volontà del singolo cittadino e senza alcun costo, se non la conoscenza dei propri diritti (e doveri) e la determinazione nell’imporsi per tale rispetto.
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
È da molto tempo che osservo un fenomeno sociale che si sta perpetuando sempre più: l’incongruenza del cittadino medio italiano, per non parlare della quasi totalità. Mi riferisco al fatto che non c’è giorno che una persona non abbia a “scontrarsi” con gli effetti della burocrazia e, nei casi che per certi versi fanno eccezione, alcuni lamentano la personale vicenda coinvolgendo i mass media, solitamente scrivendo alla rubrica dedicata ai lettori. Premesso che in una situazione in cui sono coinvolti unicamente il cittadino interessato e il burocrate additato, quest’ultimo dev’essere interpellato personalmente e non coinvolgendo il pubblico, il quale può essere informato se il problema che si è verificato è di interesse generale, ossia della collettività. Da quando mi occupo di anti-burocrazia (a titolo non-profit) ho incontrato pochissime persone determinate nel perseguire il burocrate di riferimento, e questo sta a significare che il cittadino comune è abituato a lamentarsi, farsi compatire e addirittura a rinunciare nel perseguire l’iter opportuno per far valere le proprie ragioni. A differenza di altri Paesi va anche detto che l’Italia è sicuramente uno dei pochi (se non l’unico) ad avere molte leggi (oltre alla Costituzione) che riconoscono e regolano determinati diritti, ma molti non conoscono nemmeno quelle essenziali tanto da incorrere in quel rimprovero che recita: «La Legge non ammette ignoranza». È pur vero che è impossibile conoscere e soprattutto interpretare certe leggi e normative, ma il più delle volte si tratta normative procedurali che il burocrate deve far conoscere, e il cittadino da parte sua deve domandare per sapere e chiedere per avere; da qui l’esigenza di essere aiutati a superare la burocrazia, e in tal senso non mi risulta in oltre sei lustri di impegno sociale in questo ambito, che si sia levato qualche scudo in difesa dei più deboli con competenza e disponibilità nell’affrontare il burocrate di qualunque A.P., sia esso in divisa o in borghese. È un quadro a dir poco assai desolante che sta a dimostrare come in 70 anni di Repubblica non si è voluto trasmettere agli italiani la cultura dei diritti e dei doveri, e di conseguenza tutte quelle nozioni utili per affrontare gli intoppi burocratici che, peraltro, in non pochi casi possono essere penalizzanti sia sul piano amministrativo, civile o penale. Negli anni passati l’insegnamento delle nozioni di Educazione Civica, non a caso gli stessi non comprendevano alcun cenno sulle origini della burocrazia in Italia, e tanto meno suggerimenti come affrontarla… Sarebbe quindi doveroso da parte dei politici locali e loro rappresentanti, individuare qualche “templare” dedito a questo impegno sociale che, seppur figura rara, può contribuire ad evitare situazioni spiacevoli e a risolvere qualche caso… Qualche anno fa proposi a due Licei della cintura torinese di tenere un incontro su questo argomento con gli studenti dell’ultimo anno ritenendoli più maturi, ma da uno mi fu risposto che non interessava una “materia” del genere, dall’altro che tale argomento era già stato trattato, anche se a me non risultava e non risulta che in una Scuola pubblica si sia dedicato del tempo ad “erudire” gli allievi in tema di burocrazia. Per contro è anche vero che esistono da anni diverse pubblicazioni in materia, ma credo che siano state lette da pochi e che nessuno abbia avuto lo “stimolo” di rendersi utile alla collettività, scolastica o non, proponendosi come informatori… Forse potrei essere smentito, ma in tal caso il fatto che la stragrande maggioranza degli italiani non sappiano difendersi dal “cancro italiano”, è la dimostrazione inequivocabile che tale impegno è un onere troppo impegnativo da affrontare.
Un tempo per gli arrendevoli di fronte alle avversità si era soliti dire: «Chi vuole il suo mal pianga se stesso», niente di più vero, purtroppo, ed è una verità che richiama la convinzione di Alessandro Manzoni (1785-1873): «Noi uomini siamo in genere fatti così: ci rivoltiamo sdegnati contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi». Una affermazione tanto lapidaria quanto sempre più attuale nonostante siano trascorsi oltre due secoli e mezzo, e questo dimostra ulteriormente la validità di analoghe affermazioni: «Non c’è peggior malato di chi non vuol guarire», e «Non c’è peggior ignorante di chi non vuol sapere». Un’ultima considerazione. Personalmente non ritengo di aver la soluzione per tutto e per tutti, ma in questi anni (senza alcun vanto di sorta ma per pura constatazione) posso dire di aver contribuito a superare diversi ostacoli burocratici, anche a favore del mio prossimo dal quale non ho mai preteso nulla, se non l’essere stato “costretto” ad accettare da alcuni un cordiale ed innocente pensiero… a loro dire per gratitudine! Sarebbe auspicabile creare un Ministero dedito al sfoltimento di tutto quanto è attinente alla burocrazia, ma mi rendo conto che ciò è utopia (ma non è poi così scontato perché volere è potere) e comunque dovrebbe avere una matrice politica e di schieramento; di conseguenza saremmo punto e a capo. Insomma, così va l’Italia paragonabile ad un battello carico di naviganti volutamente inermi, il cui nocchiero non li condurrà mai in nessun porto felice… privo, appunto, di burocrazia! Ai presenti e ai posteri le conclusioni del caso.