LA COSTITUZIONE E I SUOI LODEVOLI PRINCIPI

Ma è necessario mettere a confronto teoria e pratica: quando la prima prevale il rispetto della dignità si annulla

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Siamo prossimi alle elezioni in 5 Regioni, 27 Capoluoghi e 3.700 Comuni, oltre alle Europee quindi, come si suol dire, “altro giro altro regalo”. E ben fatto sia, si direbbe altrettanto con i migliori auspici di cui si ha tanto bisogno. Ma come in tutti questi casi c’é sempre da chiedersi: cui prodest? Agli elettori o ai candidati futuri eletti? E poi, da dove proviene questa ambizione di voler scalare a tutti i costi i monti della politica per raggiungere le più alte vette del potere sbandierando ognuno la propria bandierina? Queste domande non le ho mai lette da nessuna parte ma le risposte sono alquanto scontate: a mio avviso tutta questa smania di salire sul carrozzone che porta al Parlamento italiano, e prolungando il viaggio al Parlamento Europeo, ritengo che non sia giustificata da tanto altruismo, se non invece dal ricoprire quella carica istituzionale che produce determinati vantaggi (pochi o tanti che siano), probabilmente ottenuta con il sostegno finanziario per la propria campagna elettorale e, se non bastasse, anche con appoggi e connivenze varie… talvolta al limiti della legalità… gli scandali recenti in Piemonte, in Puglia e in Sicilia ne sono un esempio. Inoltre gli elettori, sono convinti di onorare (giustamente) l’art. 48 della Costituzione: «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico». Ma i cittadini chiamati alle urne, oltre a dover conoscere “nel dettaglio” gli articoli della Costituzione, quanto sanno delle competenze dei candidati che intendono eleggere, e quanto della loro moralità, non anche delle reali motivazioni per tale scelta? Votare una persona per attribuirgli un determinato ruolo pubblico implica di per sè un giudizio e, per giudicare, è necessario avere delle certezze… che in realtà spesso non si hanno o, se si avevano, in più casi sono poi risultate non rispondenti alle aspettative. Si onori pure, dunque, l’art. 48, ci mancherebbe altro, ma non si distolga l’attenzione sulle innumerevoli promesse in campagna elettorale che, come più volte si è verificato la delusione ha confermato le false aspettative, anche perché come diceva l’imprenditore e politico statunitense Bernard Baruch (1870-1965): «Votate il candidato che promette di meno, vi deluderà di meno»; oltre al fatto che vi sono politici che per essere eletti promettono ponti anche dove non ci sono fiumi…. Ma poi agli elettori, osservanti di tale diritto-dovere, c’è da chiedere loro se sanno perché alcuni articoli della Costituzione (in particolare 3 e 32) non sono rispettati proprio dalle Istituzioni stesse, oltre al fatto che il cittadino che scrive loro non ottiene mai alcun riscontro (il sottoscritto in questo senso si ritiene parte lesa); quindi, si vanno ad eleggere rappresentanti che, una volta eletti, il cittadino comune non avrà mai più occasione di contattare, ad eccezione di casi relativi alle rare e ristrette amicizie e parentele. A questo proposito si dice che quando un uomo è candidato al Parlamento, per lui sei un amico, quanto è stato eletto sei un suo elettore, e nel pieno delle sue funzioni sei solo un contribuente. È un aforisma non fine a sé stesso ma che purtoppo non di rado rispecchia la realtà, tanto che non bisogna sottovalutare l’altrettanto reale concetto che recita: «Un uomo politico farebbe bene a ricordare che deve vivere con la sua coscienza più a lungo che con i suoi elettori». In questi ultimi decenni la situzione del nostro Paese ha subito molti alti e bassi caratterizzati da svariate crisi: debito pubblico in crescita, disoccupazione e precariato mai risolti (se non con il contagocce), flusso immigratorio sempre più incontenibile, criminalità in ascesa e incolumità sempre più limitata, popolazione carceraria mal gestita, per non parlare poi del SSN che, dopo nemmeno un secolo di “gloria”, sta perdendo tutti i pezzzi che vengono “raccolti” dalla sanità privata. Se poi vogliamo includere il tasso di natalità sempre più in discesa e la non facile gestione della popolazione che invecchia sempre di più, credo che ogni cttadino debba farsi qualche domanda…

A monte di tutto ciò ed altro ancora, domina il “cancro” dell’Italia, ovvero la burocrazia che, detto per inciso, nessun politico al potere dal 1948 al oggi è mai riuscito ad eliminare o almeno a ridimensionare ai minimi termini. Da qui si potrebbero fare alcune ipotesi come quella, ad esempio, il rischio di “destabilizzazione” di un sistema. Tuttavia, appare significativo che in questi ultimi anni sia diminuito il numero degli elettori, e questo è un segnale non da poco, in quanto sta a significare che il cosiddetto “diritto-dovere” di cui sopra, lascia il tempo che trova e, per fortuna o sfortuna, non è un obbligo. Ovviamente va da sé che nessun Paese civile può stare senza una guida (possibilmente democratica e soprattutto garantista), ma la stessa deve essere costituita da competenti e soprattutto fortemente motivati (non da mero “buonismo civico” camuffato da dovere etico-sociale) per il bene dei loro concittadini, dando loro fiducia, trasparenza, certezze, e lungi da una qualsivoglia retorica cominciando a rinunciare al titolo di “Onorevole” (da molto tempo desueto), e a livello regionale quello di “Governatore” assumendo il più rispondente di Presidente. E per concludere, si fa per dire, non ci si lava la bocca (e la coscienza) pronunciando la solita frase: “La Legge è uguale per tutti” perché nella realtà i molti detenuti innocenti avrebbero qualcosa da ridire… A questo proposito non ho mai visto una azione politica che si batta concretamente per “liberare” queste anime innocenti (che non hanno più la forza di gridare “vendetta al cospetto di Dio!”), il cui destino è stato decretato da chi non pagherà mai di persona! Potrei disquisire oltre conoscendo il Paese in cui vivo, che tanta amarezza (e ingiustizie) continua a produrre, e che con altrettanta amarezza, devo constatare che i miei connazionali non sanno come opporsi alle ingiustizie se non con discese in piazza con i conseguenti effetti negativi che ricadono sulla collettività, senza peraltro giungere ad un significativo risultato. Intanto la gente soffre, invecchia e muore senza aver avuto il conforto del rispetto della propria dignità. E vorrei concludere con un personale aforisma: »Dietro ogni premeditata realtà negativa, c’è qualcosa di tragico: l’insicurezza propria che tende a destabilizzare la sicurezza altrui».

 

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