“La III onda”: a Monserrato (CA) Abaco Teatro ricorda di non dimenticare
Nel 1967 Ron Jones fece sperimentare ai propri studenti la pericolosità delle tecniche di comunicazione e manipolazione di massa. Con il nuovo spettacolo “La terza onda”, Abaco Teatro ci ricorda questo episodio e ci sprona a non dimenticare. Domani in scena a Monserrato.
Domenica 1° giugno 2014, alle ore 21, andrà in scena alla Casa della Cultura di Monserrato, in via Giulio Cesare n. 37, lo spettacolo “La III onda” di Abaco Teatro. Si tratta di un primo studio (la versione definitiva sarà presentata in autunno) della nuova produzione della compagnia teatrale, realizzato in collaborazione con la Abaco Art Academy di Monserrato e con il sostegno dell’Assessorato comunale alla Cultura.
La regia e la scrittura dello spettacolo teatrale sono curati dall’attrice Lea Karen Gramsdorff. Il resto del cast è composto da Tiziano Polese (nel ruolo del professor Ron Jones), Rosalba Piras (che interpreta la moglie Sara) e 12 giovani attori diplomati alla scuola di teatro.
La compagnia ha lavorato per mesi a questo impegnativo spettacolo che ambienta ai giorni nostri un episodio realmente accaduto nel 1967 in California, da cui hanno tratto ispirazione Todd Strasser per il libro “The Wave” e Dennis Gansel per il film “L’onda”. In quell’anno, durante le sue lezioni sull’autocrazia, il professore di storia Ron Jones condusse un esperimento sui suoi studenti a loro insaputa, adoperando tecniche di comunicazione e manipolazione di massa proprie dei regimi totalitari. Con quali fini e conseguenze? Lo racconta Abaco Teatro: «Col pretesto di un gioco impose nella sua classe la disciplina, con la potenza della retorica suggerì uno spirito nuovo, di squadra, di comunità. Nell’arco di sei giorni creò il movimento “La Terza Onda”, che proprio come un’onda investì l’intera scuola. Gli studenti, esaltati ed abbagliati, si erano trasformati in giovani gregari fanatici, escludendo e ghettizzando chiunque non volesse farne parte. L’esperimento era riuscito: il professore aveva dimostrato ai ragazzi che trovarsi dalla “parte sbagliata” è questione di attimi, e che nessuno è immune al fascino del potere, del male, dell’autocrazia. Tuttavia la scoperta di aver fatto parte di un esperimento per molti ragazzi, soprattutto per i più fragili, per coloro che avevano vissuto all’interno della Terza Onda una propria “rinascita” sociale, fu uno choc».
Quale sia l’obiettivo con cui Abaco Teatro – compagnia sempre attenta a coniugare arte e impegno civile – porti in scena questo spettacolo dovrebbe essere abbastanza intuitivo, ma è l’esperimento stesso di Ron Jones a ricordarci che è più saggio non dare nulla per scontato. Per questo gli artisti spiegano che l’intento dello spettacolo è «consegnare domande su due grandi temi: colpa e responsabilità rispetto alla storia passata, a quella che scriviamo ogni giorno, ma anche rispetto alle storie umane che ci circondano». Come già accaduto con “Jeff – Il gioco delle ossa”, però, anche questo spettacolo «non consegna risposte né giudizi di natura politica o umana».
Lo spettatore sarà semplicemente guidato, nel pieno possesso del suo libero arbitrio, verso quelle domande che non può evitare di porsi. E a tal fine nulla è lasciato al caso. Anche la scenografia, firmata da Simone Dulcis, ha, infatti, una sua funzione precisa: rendere omaggio all’Holocaust-Mahnmal di Berlino, progettato da Peter Eisenman e noto anche come memoriale della Shoah.
Un modo bello e intelligente di celebrare l’anniversario della nascita della Repubblica italiana e di ricordare quel referendum del 2 giugno 1946 con cui si cercò di chiudere come un’orribile parentesi la svolta autoritaria impressa al nostro Paese. Quella parentesi non può essere replicata, ma affermarlo non basta: occorre stare in guardia. E lo spettacolo “La III onda”, spiega Abaco Teatro, serve proprio “per ricordarsi di non dimenticare”.