LA IRRESPONSABILITÀ DEGLI EGOISTI
Troppo poco valore danno alla vita (propria ed altrui) gli sprezzanti del pericolo non per necessità di lavoro.
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
A quanto pare, come si evince dalla cronaca, sembra proprio che per determinate persone senza particolari problemi la vita abbia poco valore… Mi riferisco soprattutto a quei protagonisti che praticano sport estremi, ed ancor più a coloro che per uno spasmodico amore per la montagna, per il mare, l’escursionismo ed altro ancora con relativi sport rischiano la vita. Non passa anno, ad esempio, che le montagne della nostra penisola non ci restituiscano i corpi di questi appassionati, “ardimentosi” e sprezzanti del pericolo con l’aggravante che oltre a rischiare la propria vita hanno messo (e mettono) a repentaglio quella dei soccorritori; questi ultimi solitamente fanno parte del Servizio Pubblico di Soccorso, oltre a comprendere una schiera di volontari. Senza voler essere cinici, non si può sottacere che tali soccorsi comportano mezzi e denaro (pubblico) e, obiettivamente, soccorrere chi ha deliberatamente messo a rischio la propria vita, in questi casi unicamente per appagare le proprie passioni, ritengo essere quanto meno un “illecito morale” oltre che indice di irresponsabilità. Del resto, questi appassionati sanno benissimo che scalare una montagna, affrontare il mare in burrasca o altre iniziative simili, di dover mettere in conto rischi e pericoli con tutte le conseguenze del caso. E a questo punto mi chiedo: è lecito soccorrere nel pericolo anche questi “incalliti” irresponsabili? Certamente la vita va tutelata a tutti, non solo perché ci è donata da Dio, ma anche perché rientra nell’etica comportamentale e del rispetto dei nostri diritti. Ora, mettendo a confronto i bisogni di chi cade in disgrazia non per suo volere con chi invece incorre in tale evento per soddisfare le sue passioni, è come voler pesare le due realtà e, secondo la mia ratio, non credo che i rispettivi pesi si bilancino senza alcuna differenza. Queste considerazioni non le vedo lette da alcuna parte, eppure non si può tacere una realtà che ha dell’irrazionale, quasi quotidiana, anche in ragione del fatto (mi si permetta la massima obiettività) che ci sono tante persone che sono affette da gravi patologie e disabilità e a volte non ricevono le cure e l’assistenza adeguate… spesso per carenza di mezzi e di sostegni economici. Mi rendo conto che “puntare il dito” su quelle persone a dir poco sprovvedute e quindi anche egoiste, è un atto delicato e serio, ma non per questo non è da evidenziare, con l’obiettivo di indurle ad una maggior riflessione sul proprio Ego, una egoistica elevazione a catarsi i cui costi d’ogni natura sono irreversibili… e quindi ingiustificati. Dunque, la vita è un bene prezioso di tutti, indistintamente, ed è giusto sapersela non solo godere ma anche conservare, oltre al fatto che non solo è di per sé effimera ma anche perché non priva di imprevisti come le malattie e le calamità naturali. Con queste mie considerazioni non ho inteso fare del moralismo, bensì invitare tutti a ben riflettere su un maggior rispetto di sé stessi e della collettività, non approfittando del buon cuore di chi si sente in dovere di soccorrerci… anche quando, per assurdo, non sarebbero tenuti a farlo! Un’ultima considerazione: le verità, così come le ovvietà, non danneggiano mai il buon intendere ed esprimere, ma vanno dette nel momento più opportuno. Il difficile è stabilire quale è il momento più opportuno e, in questi casi, non c’è alcun dubbio su quale esso sia.