“La lanterna magica”: un patrimonio della cultura aquilana
Riceviamo e pubblichiamo:
Avete mai notato quanto sono lunghi i titoli di coda di un film? Non solo attori, attrici, regista, aiuto regista, produttori, sceneggiatori, scenografi e musicisti, ma anche fotografi, cameramen, elettricisti, tecnici del suono, parrucchieri, autisti, truccatori. E forse ho dimenticato tanti altri lavoratori della grande industria dei sogni, il cinema.
Nella nostra città ricche informazioni sui molteplici aspetti del lavoro nel cinema si possono trovare al secondo piano dell’attuale sede di Bazzano della Biblioteca Provinciale “Salvatore Tommasi”, dove è ospitato l’Istituto Cinematografico “La Lanterna Magica”.
“La Lanterna Magica” è un ente morale fondato nel 1981 per lo studio, ricerca, tutela, conservazione e restauro di macchine, pellicole, video, libri e giornali riguardanti l’industria del cinema. Uno degli sforzi maggiori dell’Istituto Cinematografico, dopo anni di studio e ricerca, è stato nel 1995 la fondazione dell’Accademia dell’Immagine, Scuola di Alta Formazione nel settore del cinema e della comunicazione audiovisiva. Nel corso del tempo è diventata un punto di riferimento importante per operatori, studiosi e appassionati del mondo del cinema e dell’audiovisivo, e ha creato importanti rapporti con esponenti della cultura e dello spettacolo e con la stampa nazionale ed estera.
Nella sede de “La Lanterna Magica”, si possono vedere gli oggetti concreti dell’industria del cinema, pellicole e dischetti di film vecchi e nuovi, provenienti da tutto il mondo, libri, giornali, manifesti e foto autografate di miti del cinema. Ed anche, alcune macchine da proiezione, grosse, ingombranti, che tanto tempo fa facevano girare i rotoli delle pellicole. Insomma, si vedono gli oggetti che hanno creato e creano tuttora i nostri amici di fantasia, i personaggi, gli attori e le attrici indimenticabili con le loro storie d’amore, i dialoghi memorabili e i luoghi esotici che ci hanno accompagnato nel corso del tempo nelle sale cinematografiche, dove si entrava e si entra tuttora per trovare una poltrona al buio, una magia per rilassarsi e dimenticare il presente lasciandosi coinvolgere dalle storie che scorrono sullo schermo.
Per sapere qualche cosa di più sull’attività attuale e futura di questo istituto incontro Manuela D’Innocenzo. Informata, disponibile e sorridente, lavora presso l’istituto da vent’anni, e apprendo da lei tante notizie sulla vita dell’Istituto, un fitto intreccio di conoscenze tecnologiche, cicli di proiezioni, incontri culturali, di cui riporto in sintesi alcuni esempi.
Nel 2010, dopo il sisma, il Coordinamento Scientifico-Culturale, formato da Manuela D’Innocenzo, Pierluigi Rossi e Giovanni Chilante, ridefinì lo scopo dell’Ente costituendo il Centro Archivio Cinematografico e il Museo delle Arti e dei Mestieri del Cinema.
Dal 2010 esiste anche la cineteca Maria Pia Casilio, una raccolta di 1000 film, biblioteca, emeroteca e audiovisivi, che oggi ha il vincolo della sovrintendenza archivistica. Mi pare opportuno ricordare Maria Pia Casilio, un volto fra i più significativi della commedia all’italiana, nata a Paganica nel 1935. La figlia Francesca Rinaldi ha donato all’Istituto Cinematografico nel 2014 preziosi oggetti personali appartenuti all’attrice, pezzi unici e introvabili come il bracciale portato per la prima di Umberto D. La cineteca è anche un laboratorio, le vecchie pellicole sono materiali catalogati e vengono restaurate a mano, ove possibile. C’è anche una macchina che consente di intervenire direttamente sulle pellicole per riparare eventuali danni ed anche il “tavolo passafilm”, dotato di uno stroboscopio, strumento che trascrive il film in digitale, per cui la vecchia pellicola non viene più usata e usurata, usando per la proiezione il DVD. La più famosa delle vecchie pellicole digitalizzate è “Ridolini e la collana della suocera”.
Tra le attività ricordo anche le rassegne cinematografiche all’aperto, in collaborazione con enti pubblici e privati. Per le proiezioni all’aperto cito in modo particolare Marco Reato, uno dei primi proiezionisti a portare il cinema all’aperto. Per questo si costruì una specie di cinema ambulante, una struttura che portava il cinema là dove la sala cinematografica non esisteva. Ha proiettato persino a Parigi, sotto la Torre Eiffel. Ha anche comprato foto autografe di personaggi del cinema e le ha donate al museo, facendole diventare un bene pubblico.
Tra i tanti riconoscimenti dello Stato e degli enti locali, ricordo che il Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del maggio 2006 riconosce il fondo di pellicole cinematografiche come bene di interesse culturale particolarmente rilevante apponendo il vincolo di tutela. Consente anche ai tecnici specializzati presso l’Ente di operare il restauro manuale delle opere vincolate. Inoltre il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del novembre 2009 attribuisce a “La Lanterna Magica” un contributo sulla quota dell’otto per mille dell’IRPEF, che ha consentito l’acquisizione di particolari attrezzature necessarie all’attività della Cineteca.
Questo è un bel capitolo della cultura aquilana, un patrimonio che va custodito e valorizzato, amplia gli orizzonti mentali e culturali, arricchisce la città di idee e linguaggi della comunicazione visiva. Da ricordare che è stato costruito con passione e lavoro, in parte volontario, e mette a disposizione dei ricercatori e appassionati del cinema tutte le informazioni sull’arte più bella e popolare del XX secolo.
Emanuela Medoro
L’Aquila, 13 giugno 2017