La mostra “Dipingere l’incantesimo” inaugura domani a Lucca

quadro di Ferruccio Pagni intitolato San Rossore

Con “Dipingere l’incantesimo” prosegue il programma espositivo della Fondazione Banca del Monte di Lucca. Finalmente esposti al pubblico, dal 19 dicembre 2015 al 17 gennaio 2016, oltre 80 quadri dalle collezioni private.

 

quadro di Ferruccio Pagni intitolato San RossorePrende il via domani, sabato 19 dicembre, alle 17, la mostra “Dipingere l’incantesimo – Pittori nelle terre di Lucchesia di inizio ‘900” al palazzo delle esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca (piazza San Martino, 7 – Lucca). La mostra riunisce oltre 80 dipinti, la maggior parte dei quali conservati in collezioni private e raramente o mai esposti al pubblico, che saranno esposti fino al al 17 gennaio, con ingresso gratuito.

Organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, l’iniziativa rientra nell’ambito del calendario delle mostre espositive che la Fondazione organizza dal 2008, compresa anche nella serie di eventi “Toscana ‘900”, organizzati dalla Regione Toscana per riunire mostre, manifestazioni ed incontri dedicati al secolo scorso, su tutto il territorio regionale.

La mostra, che prosegue idealmente il percorso avviato con le esposizioni “Fra il Tirreno e le Apuane” (che si è tenuta a Lucca) e “The Enchanted Land” (che si è svolta a Glasgow), è curata da Umberto Sereni, con il coordinamento del comitato gestione eventi della Fondazione Banca del Monte di Lucca, di Maria Stuarda Varetti, mentre l’allestimento è di Alessandra Guidi e il catalogo è edito da Maria Pacini Fazzi editore.

Il filo conduttore è rappresentato dal paesaggio lucchese, dalla Versilia, alla Piana, alla Garfagnana, che in quel periodo storico entrò da protagonista nei dipinti di autori lucchesi e stranieri.

La campagna lucchese, le montagne della Garfagnana, il lago di Massaciuccoli e le spiagge della Versilia, sono tutte vissute, interpretate e rappresentate da questi artisti come un Eden ancora presente sulla terra, catturato prima che la modernità lo deturpi.

La cultura occidentale di fine Ottocento porta con sé il retaggio di un mondo che sta perdendo la “naturalità” della vita: la Lucchesia dei primi del Novecento dà a molti artisti dell’epoca la sensazione di una terra ancora pura. Numerosa e significativa la presenza di pittori provenienti dal Regno Unito, richiamati in Toscana e in Versilia sulle tracce del poeta romantico Percy Bysshe Shelley, il cui corpo fu ritrovato sulle spiagge della Versilia: essi lasciano un’Inghilterra stravolta dalla rivoluzione industriale per riscoprire un mondo contadino, in cui ancora i tempi della produzione rispettano quelli della natura.

Simboli della bellezza diventano quindi le spiagge, i fiumi, i boschi, le campagne, con il loro retaggio umano non abbrutito dal lavoro industriale, uomini e donne che vivono del lavoro della terra e con i ritmi della natura. E anche la città di Lucca con i suoi monumenti, come Ilaria del Carretto, diventa simbolo di una bellezza pura ed eterna. Artisti lucchesi e italiani si impegnano a testimoniare un mondo che, il tempo darà loro ragione, temono svanisca di lì a poco.

La poetica di Pascoli, Puccini e D’Annunzio, del resto, è in molte opere dedicata alla rappresentazione di questo Eden sospeso nel tempo, rifugio e ricchezza per lo spirito e per la sensibilità dell’artista.

Anche in questa occasione, come per altri importanti eventi espositivi, la Fondazione Banca del Monte di Lucca ha coinvolto l’associazione Cluster che riunisce compositori lucchesi. Ne è nata una speciale colonna sonora appositamente scritta da Girolamo Deraco, dal titolo “American Forever”. L’opera prende spunto da Giacomo Puccini ed è stata incisa da “Etymos Ensemble”, con Francesco Gatti (flauti), Tony Capula (clarinetti) e Alberto Gatti (live electronics).

“American Forever sono le ultime parole che si possono sentire in una famosa e rara registrazione della voce di Giacomo Puccini – spiega il compositorein occasione di un suo viaggio a New York. Il risultato finale dell’ascolto sarà quello di sette musicisti, ma il realtà gli esecutori sono solo tre. Questo è possibile grazie all’utilizzo del live elettronics, e tutto sarà ben distinguibile poiché ogni strumento si identifica con un frammento originale del grande maestro lucchese. L’esito finale sarà una variegata tavolozza di suoni e ‘colori’ cuciti in un grande contrappunto”.

Fra le opere in mostra dipinti di artisti quali Moses Levy, Alfredo Meschi, Nino Carrara, Giovan Battista Santini, Plinio Nomellini e Lorenzo Viani, che hanno fatto la storia dell’arte della Toscana. Saranno esposte anche due opere di Carlo Carrà realizzate quando era ospite a Coreglia da Pascoli.

A completare l’esposizione una serie di dipinti di artisti contemporanei come Marzia Martelli, Alessandro Tofanelli, Antonio Vignocchi e Marco Pasega.

La mostra, come altre in passato, sarà accompagnata da una speciale colonna sonora realizzata per l’occasione dell’Associazione Cluster, e ospiterà anche un calendario di eventi collaterali.

L’esposizione, a ingresso libero, sarà aperta fino al 17 gennaio con il seguente orario: dal lunedì al venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 10-13 e15,30-19,30.
Info: www.fondazionebmlucca.it

 

Fonte Fondazione BML

Nella foto, Ferruccio Pagni “San Rossore”

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