La Regione Sardegna si mobilita per promuovere la donazione degli organi

di Marcella Onnis

Quasi un mese fa la Sardegna ha dato l’ultimo saluto ad uno dei suoi più noti politici contemporanei: l’on. Emanuele Sanna. Un politico, un medico ma prima di tutto un uomo, che morendo ha salvato altre vite: i suoi familiari, infatti, rispettando la sua volontà, ne hanno donato gli organi. A questo nobile gesto sono state dedicate tante parole (le più belle, quelle di Francesco Abate sulle pagine dell’Unione sarda), forse anche perché di questi tempi il mondo politico difficilmente viene accostato ad esempi edificanti.

Per la donazione, però, non contano i grandi nomi: conta solo l’essere grandi uomini e grandi donne. La donazione, come direbbe la Fornero, non è choosy e si fa abbracciare da tutti: giovani e vecchi, ricchi e poveri …

Nel 2011 i dati registrati in Sardegna sono stati molto positivi: 98 trapianti realizzati grazie a 34 donatori; una percentuale di opposizioni alla donazione del 19,5% contro una media nazionale del 28,3%. Quest’anno i risultati registrati fino ad oggi si attestano un po’ al di sotto di quelli relativi allo stesso periodo dell’anno precedente (22 donazioni nel 2012 contro le 28 del 2011), ma per conoscere le stime definitive occorrerà attendere qualche mese. Ciò che, invece, è già certo è che di donazioni ce ne sarà sempre bisogno, almeno finché non si potrà disporre di organi artificiali, magari grazie all’utilizzo delle cellule staminali.

Per questo in Sardegna, su iniziativa dell’Assessorato regionale alla sanità e del Centro regionale dei trapianti (Crt),  è stata avviata una campagna per promuovere la donazione di organi e tessuti. La campagna, presentata alla stampa giovedì scorso, durerà sei mesi e sarà realizzata tramite vari mezzi di comunicazione: principali emittenti televisive e testate giornalistiche regionali, cinema, materiali divulgativi, banner pubblicitari e un sito web dedicato (www.donarsi.it), ricco di utili e preziose informazioni.

È proprio questo sito a spiegarci in poche, significative parole perché donare, dopo averci ricordato che sbagliamo a pensare che “il trapianto di organi sia estraneo alla nostra vita”: “donare i propri organi dopo la morte significa salvare vite umane; ognuno di noi o dei nostri cari potrebbe aver bisogno del trapianto di un organo.

Ma perché – qualcuno si chiederà – dovremmo prenderci la briga di scegliere in vita di donare i nostri organi?
Perché, nell’eventuale malasorte,  i nostri cari non si trovino costretti a prendere l’ardua decisione in un momento già di per sé drammatico.

E perché un familiare dovrebbe decidere di donare gli organi del proprio caro?
Perché la donazione è un grande, coraggioso atto d’amore e l’amore – come ci insegna Giampietro Ibba con il suo bellissimo libro  E poi? … Chiara lo sa  – è l’unico antidoto alla sofferenza.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *