LA STORICA SIMBOLOGIA MILITARE
Segni di doverosa distinzione e considerazione, ma anche di rispetto. Resta da stabilire se con minore ostentazione…
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
Non ho certo esperienza in tutto quello che concerne l’ambito militare, ma al tempo stesso non passano inosservati tutti quei militari super decorati che, appuntati al petto, hanno una miriade di nastrini e bandierine multicolore dai diversi significati: ruoli e meriti vari. Sono i simboli delle decorazioni militari e delle medaglie di cui a vario titolo gli interessati sono stati insigniti; sono in stoffa di pochi millimetri, ricamati con colori diversi e sporadici elementi grafici, elementi importanti che rappresentano regolamentatissimi simboli che decorano e distinguono le uniformi militari italiane e straniere. I nastrini sono generalmente realizzati in stoffa, montati su una barra metallica (medagliere) e vengono assicurati alla giacca o alla camicia mediante un fermo sul retro. Sono utilizzati nelle uniformi da ufficio e da cerimonia spesso con motivazioni di conquiste… sul campo. Ma al di là dei meriti, mi chiedo: è proprio necessario esporli così pomposamente, e per giunta in gran quantità tanto da occupare tutta la parte pettorale sinistra della divisa? Non è certo una novità questa “esternazione” che la si riscontra un po’ in tutti i Corpi militari di quasi tutti i Paesi, ma far sapere che il tal militare (solitamente un graduato) è stato insignito di numerose onorificenze mi sembra un po’ eccessivo, anche perché il cittadino comune non ne conosce l’importanza e soprattutto il significato. Detto questo non intendo mancare di rispetto ai meritevoli di tali riconoscimenti, ma a mio modesto avviso l’eccessiva distinzione pubblica non credo che valorizzi meglio e di più quanto è stato loro riconosciuto; quello che conta sono le azioni compiute e, a seguire, eventuale corredo descrittivo messo agli Atti curriculari personali e istituzionali.
Io credo che anche per questa ragione il cosiddetto (popolare) fascino della divisa coinvolga molte persone, ovvero quel distinguersi esteriormente che dà l’idea che chi indossa una divisa sia indice di potere e autorità. In effetti tutti coloro che indossano una divisa, specie se corredata di simboli e gradi, si sentono a loro agio, “maggiormente” utili alla collettività, oltre alle Istituzioni; quindi è anche una questione non solo di prestigio ma anche di orgoglio, per il vero in parte giustificato… specie se meno enfatizzato. Inoltre vi sono anche alcune Associazioni di volontariato che imponendo una divisa (per ovvie ragioni di funzione), fanno sfoggio attirando l’attenzione del pubblico con conseguente appagamento di chi la indossa. Ma tutto questo è lecito dal punto di vista del “distinguersi”, mentre si potrebbe ridimensionare tale esteriorità? Si pensi, ad esempio, ai filantropi (non per elargizione in denaro) a quante azioni umanitarie compiute corrisponderebbero eventuali lustrini e mostrine… Alcuni di essi hanno avuto analoghi riconoscimenti ma che non se li sono mai appuntati sul petto, e non credo perché non indossassero una divisa). In ogni caso ben vengano presenze ed operatività sia dei primi che dei secondi, ma almeno si abbia l’accortezza, quando possibile, di scostarsi almeno un poco dai riflettori che tanto contribuiscono a “ravvivare” quanto andrebbe attenuato… In sintesi, anche questo è un mondo che ha una sua propria impronta e quindi esigenze di comunicazione, perché far sapere anche al profano che quei micro simboli di stoffa colorati significano un valore di appartenenza, è anche un modo di comunicare… senza parlare, come voler giustamente dire: guardate e rispettate!