La terapia cognitivo comportamentale: intervista agli psicologi Rolla e Lombardo

un uomo seduto alla scrivania con la mano sotto il mento

                                                                                

un uomo seduto alla scrivania mentre legge un libro

 

 

 

 

 

 

 

Il XVII congresso nazionale AIAMC è stato occasione per parlare di cura dei disturbi mentali  con il dott. Enrico Rolla (psicologo esperto in terapia cognitivo comportamentale e direttore dell’Istituto Watson) e il dott. Alessandro Lombardo (presidente dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte).

 

Dottor Rolla, da quando c’è la consapevolezza che la salute mentale implica dei costi che ricadono pesantemente sulla collettività?

“Credo da oltre un ventennio, e ci si è arrivati constatando, ad esempio, che il 25% delle persone sofferenti di disturbi d’ansia (attacchi di panico e agorafobia) perdono il lavoro… con tutti i problemi che ne conseguono per i quali sono coinvolti i cosiddetti ammortizzatori sociali. Inoltre, la presa d’atto di questa realtà è oggi maggiormente sentita e io credo che il Piemonte sia una regione pilota, al fine di raggiungere l’obiettivo: più assistenza meno costi”

Quali sono i Paesi europei più virtuosi per l’aspetto terapeutico?

“Indubbiamente i Paesi nordici, proprio perché hanno una cultura molto diversa, anche di carattere politico come l’Inghilterra, la Svezia, la Danimarca, l’Olanda, etc.”

Quali sono i deficit comportamentali che richiedono più tempo e risorse per il loro trattamento?

“Sono i disturbi ossessivi in quanto più complicati da trattare”

 

 

un uomo seduto alla scrivania con la mano sotto il mento

 

 

 

 

 

 

 

 

Dottor Lombardo, qual è la visione del vostro Ordine su questi problemi?

“In realtà c’é un po’ di preoccupazione relativa all’inserimento di questi nel panorama politico della Sanità piemontese, dovuta ad esempio alla scarsità di risorse per il trattamento della malattia mentale. Va comunque ricordato che due sono le aree della salute mentale: la psichiatria e la psicologia, e che le risorse pubbliche sono sempre meno… penalizzando i pazienti”

Quali sono le sfere di competenza degli psicologi per il trattamento dei disturbi mentali?

“All’interno del pubblico a volte è difficile differenziare le competenze in quanto spesso gli interventi sono fatti in équipe. La parte farmacologica è ovviamente di competenza degli psichiatri, e per la parte terapeutica (comportamentale) quasi sempre sono coinvolti gli psicologi, i cui interventi riguardano situazioni tra le più diverse: verso i pazienti e sovente anche a sostegno dei loro famigliari”

Lo psicologo interagisce con lo psichiatra?

“Certamente. Nel sistema pubblico è una prassi normale e consolidata, e nel privato solitamente lo psicologo ha come riferimento uno o due psichiatri”

In ambito pubblico quanto incide la carenza di psicologi sul mancato trattamento delle patologie mentali?

“Indubbiamente sui costi sociali che aumentano anche per il fatto che le patologie non trattate tendono ad aggravarsi…”

 

Foto di Ernesto Bodini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *