L’angolo della poesia: “La violenza” di Gigi Giussani

bandiera del Belgio con la scritta Bruxelles Belgique Europe

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I recenti attentati che hanno colpito Bruxelles ancora una volta hanno scosso noi occidentali dal torpore delle nostre pacifiche vite, ponendoci di nuovo davanti tanti interrogativi senza risposta.
Con questi suoi versi, Gigi Giussani qualche risposta ce la dà, solo che neanche lui può fornirci soluzioni ai più gravi problemi, anche perché – ci piaccia o no – «La violenza è fine a se stessa ma non avrà mai fine».

 

La violenza

La violenza è penna che non scrive e testa che non pensa.

La violenza è violenza all’intelligenza.

La violenza è gomma che cancella le identità.

La violenza è arto e scarto.

La violenza è un’idea fallimentare.

La violenza è sostantivo femminile con forza maschile.

La violenza è etimologia latina di regressione primordiale.

La violenza è fine a se stessa ma non avrà mai fine.

La violenza non dice, ordina.

La violenza si maschera con false ideologie.

La violenza è simbolo di inguaribile ignoranza.

La violenza è stacco e attacco.

La violenza è urlo. È canto stonato.

La violenza è torto che vuole avere ragione.

La violenza è il nulla che fa male.

La violenza è dappertutto uguale.

La violenza è violenza anche per chi vuole solo respirare.

3 thoughts on “L’angolo della poesia: “La violenza” di Gigi Giussani

  1. La violenza è un’idea fallimentare
    sempre…in ogni tempo e ogni dove! Purtroppo in questi tempi barbari siamo circondati di violenza, che sia essa verbale, di azione, di pensiero, di gesti, di forti contrasti. L’Uomo ha smarrito il senso del vivere, ha smarrito se stesso, non è più capace di guardarsi dentro e confrontarsi con le proprie paure e le proprie incertezze; la forza non è più quella del cuore e dell’anima, ma quella della sopraffazione, del dominio, del sentirsi superiori all’altro.
    Gigi con la sua connaturata sensibilità e la sua costante attenzione a ciò che accade intorno a noi, ci dà molteplici definizioni di violenza e lui che è e si sente intonato con la vita, non accetta che gli atti violenti ci impediscano anche di poter respirare, respirare la bellezza della stessa vita e della sua innegabile sacralità.
    Un abbraccio di bene a te , carissimo poeta, e buona lettura a voi tutti.
    Cari saluti, Lucia

  2. Mi trovi pienamente d’accordo con ciò che scrivi, cara Lucia. soprattutto per quanto concerne la sopraffazione ed il dominio. Mostri che alimentano e si nutrono di violenza fisica e psicologica. Oramai in tutti gli ambiti, civili, sociali e internazionali, aleggia e influenza senza distinzione l’insano vivere di questa piaga ch’è, ahinoi, diventata l’arma di offesa e di difesa dell’umanità. E’ sempre vissuta in modo oggettivo come un malanno curabile, ma soggettivamente trasmesso senza remore di coscienza. La violenza, purtroppo, è parte di noi e viene ulteriormente amplificata quando la stessa si espande come macchia d’olio – vedi i giornali, la televisione e online -. Ringrazio con affetto Marcella Onnis, che lascia sempre la porta aperta del “Giornale” al sottoscritto, e un ringraziamento speciale va a Lucia Bonanni, che ha capito il mio scrivere, grazie alla sua innegabile sensibilità e arguzia. Vi abbraccio. Gigi.

  3. Grazie e te, Gigi, e naturalmente anche a Marcella che, come giustamente dici tu, lascia sempre aperte le porte della cultura insieme a quelle del cuore!
    Cari pensieri.
    Lucia

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