La vita è una malattia a rischio di morte? Se ne parla venerdì in Sicilia
“La vita è una malattia a rischio di morte?” se ne parlerà a Messina e Capo d’Orlando per presentare il nuovo libro della filosofa Marina Sozzi
La vita è una malattia a rischio di morte? Con questa domanda provocatoria l’agenzia culturale “Cogitazioni”, diretta da Giusi Venuti, presenterà a Messina e Capo d’Orlando il libro Sia fatta la mia Volontà della filosofa Marina Sozzi (sarà presente l’autrice).
Se ne parlerà venerdì 11 aprile, alle 17, al Salone delle Bandiere del Comune di Messina e sabato 12 aprile, alle 10, presso la Biblioteca Zancanaro di Capo d’Orlando.
A Messina, dove introdurrà il sindaco Renato Accorinti, interverranno Pasquale Aiese, Girolamo Cotroneo, Luciano Marabello, Lucilla Risicato, Nina Santisi e Giusi Venuti.
A Capo d’Orlando, il dibattito sarà aperto da Giacomo Miracola, delegato alla Cultura del Comune, e saranno presenti gli studenti del Liceo Lucio Piccolo. A moderare la tavola rotonda sarà il bibliotecario Carlo Sapone.
L’incontro di Messina è organizzato in collaborazione con l’Istituto di bioetica sezione Sicilia, mentre quello orlandino con il Comune di Capo d’Orlando. Ai partecipanti saranno rilasciati attestati di partecipazione. L’ingresso è libero.
Domenica 13 aprile, alle 10, nuovamente a Messina, dove sarà realizzata una visita guidata al Cimitero monumentale della città dello Stretto, a cura dello storico dell’arte Giuseppe Finocchio (appuntamento davanti all’ingresso principale).
Il motivo di questa tavola rotonda sul rapporto vita-malattia è quello di provare a confrontarsi con un tema che la società occidentale sempre rimuove: quello della fragilità umana. Un tema che non va semplicemente argomentato, ma che va percepito come momento discriminante del sentire civile. Non a caso è proprio sull’affinamento delle sensibilità che lavora il progetto di ricerca Il Sapere del Corpo, organizzato sempre da “Cogitazioni” e che quest’anno giunge alla sua terza edizione.
“Per provare ad uscire dal pantano delle mere e sterili contrapposizioni ideologiche tra etiche della sacralità o della qualità della vita – sottolinea Giusi Venuti – è necessario riscoprire il valore del simbolico, re-imparando a celebrare i riti come momenti di radicamento nella vita della comunità”.
UFFICIO STAMPA COGITAZIONI
Nella foto Marina Sozzi