L’Ailar senza confini… a tutela dei propri assistiti

tavolo dei relatori di un convegno

Si estende l’attività associativa dei pazienti laringectomizzati, che deve comprendere anche i pazienti colpiti da tumore testa-collo

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

un uomo in piedi parla al microfonoNelle molteplici realtà sociali in cui sofferenza e disagio sono sempre più ricorrenti, il “bisogno” di interventi per farvi fronte è sempre più impellente tanto che l’associazionismo con finalità non profit è sempre più orientato ad estendersi sul territorio nazionale. È il caso dell’Associazione Italiana Laringectomizzati (AILAR – onlus) con sede nazionale a Milano e con molte sezioni presenti in quasi tutte le Regioni. L’estensione di questa associazione, che opera a favore delle persone affette da un tumore della laringe e di altre neoplasie testa-collo, riguarda la disponibilità, come punto di riferimento a Torino, la figura dell’associato Nicola Musone, unitamente all’infermiera Enrica Fontana per il momento contattabili presso il reparto di ORL dell’ospedale Molinette, come stabilito in sede di Assemblea del 6 giugno scorso a Torino presieduta dal dottor Maurizio Magnani (nella foto). «La necessità di estendere sempre più l’attività associativa sul territorio – ha sottolineato Magnani – rientra nella esigenza di rispondere più capillarmente ai bisogni dei pazienti (e/o famigliari), soprattutto dopo le dimissioni dall’ospedale, in quanto per il riconoscimento del “fabbisogno assistenziale”  devono rivolgersi solitamente alla propria Asl di riferimento del territorio. Ed è da questi presupposti che c’é bisogno di intensificare l’opera del volontariato, contribuendo in base alle proprie possibilità e in sinergia con altri volontari».

Il problema delle neoplasie del distretto oro-faringeo e del cavo orale è sempre più ricorrente sia per l’incidenza che per le cause del tumore dello stesso, riscontrabile soprattutto nelle zone più industrializzate. L’Ailar da anni è attiva con molteplici iniziative volte alla formazione di operatori sanitari e/o riabilitatori, motivando gli stessi ma anche i pazienti per migliorare la loro qualità di vita: dal recupero della voce, dell’olfatto e dell’odorato al miglioramento della deglutizione, etc. Ma si tratta anche di far fronte ogni volta alla gestione economico-finanziaria “imposta” dalle Asl che, proprio perché non tutte virtuose in fatto di disponibilità nell’erogare prestazioni e servizi a questi pazienti, a volte i pazienti hanno non poche difficoltà ad ottenere questo o quel presidio sanitario. A questo proposito, quale invitato alla assemblea per qualche suggerimento, ho potuto rammentare che sia i volontari che i cittadini-pazienti è bene che conoscano le normative e le modalità stabilite dalle proprie Asl di appartenenza… e che non spetta ai malati oncologici (solitamente riconosciuti invalidi al 100%) dover “disquisire” su questioni finanziarie e gestionali: una volta stabilito un protocollo terapeutico dalla Divisione ospedaliera competente, il Servizio Sanitario territoriale deve erogare quanto prescritto dallo specialista ospedaliero. Ed è questo uno degli aspetti (più “cruciali”) che riguardano i pazienti appena dimessi, i quali possono quindi rivolgersi ai propri rappresentanti di riferimento dell’Ailar per ottenere il rispetto dei propri diritti.

tavolo dei relatori di un convegnoQuesto ed altri impegni dell’Ailar richiedono non solo buona volontà e sinergia tra volontari, ma anche competenza e dedizione affinché il paziente laringectomizzato o affetto da tumore testa/collo sia seguito in tutto il suo iter post-ricovero, ossia quello più “burocratico” che si manifesta sul territorio a seconda delle diverse realtà regionali e/o provinciali. Un invito che il presidente Magnani ha fatto a tutti i presenti e in particolare a Nicola Musone, un paziente da tempo operato e stabilizzato, e che per particolare predisposizione, è figura di riferimento locale. Un impegno sociale condiviso da chi scrive, rendendosi disponibile quale “consulente esterno” per gli aspetti burocratici e della comunicazione; una voce “fuori campo”, la mia, ma che ho garantito in seno alla mia esperienza in ambito sanitario e socio-assistenziale. Al termine dell’assemblea, per certi versi dal tono familiare e in amicizia, ho potuto notare la semplicità e la modestia di questi malati (taluni anche dal punto di vista economico), che non hanno nulla da riscattare se non il diritto umano e legale di veder esaudite le loro richieste di tipo assistenziale, e soprattutto il rispetto della loro dignità. E per questo non c’é spending review che tenga…

 

Foto di Ernesto Bodini

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