L’ALTRUISMO DEVE ESSERE SEMPRE LIBERO, SPONTANEO E NON “CONDIZIONATO” DALLA POLITICA

Quando si parla di volontariato nel concreto, soprattutto in Italia, si rischia di andare fuori strada… e sarebbe bene rivedere tale concetto, unitamente a quello relativo alle incongruenze e alle assurdità dettate dalla burocrazia

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Ogni volta che apriamo la pagina di un giornale non si può fare a meno di leggere qualche articolo od inchiesta sul volontariato. Su questa azione c’è chi sostiene essere un atto politico (si noti il non virgolettato), ma personalmente non sono d’accordo se si esclude il volontariato all’interno delle istituzioni pubbliche, che spesso in certi ruoli si sostituisce ad esse per le più svariate ragioni (ad eccezione dei casi di calamità naturali la cui sinergia è indispensabile). Dunque, se manteniamo il concetto che fare del volontariato deriva dalla libera volontà del singolo intervenendo con un’azione a favore del prossimo, non mi si dica che tale azione ha valenza politica… un atto spontaneo di solidarietà umana non è mai politico proprio perché parte dalla propria volontà… incondizionata! Il fatto che il volontariato è un fatto politico a detta di qualche cattedratico, non significa che abbiano ragione: per giudicare la decisione di una buona azione a favore del prossimo non necessariamente implica l’avere un titolo di laurea od altre specifiche competenze…, con tutto il rispetto, bene inteso, per i laureati e i cattedratici. Con il passare dei decenni, ossia da quando il volontariato trae le sue origini dalla carità cristiana, su questa azione si è detto di tutto e di più e, la conseguenza, è che proprio perché viviamo in un Paese democratico, in cui ognuno è libero di agire come crede, tant’è che un qualunque “buon agire” è inteso come volontariato, e poco conta se per “coprire” la carenze di determinate P.A. Ora che dal 2019 è stata introdotta nelle scuole l’Educazione Civica come materia di insegnamento, sarebbe il momento giusto (meglio tardi che mai) inserire il capitolo relativo alla “Storia della Burocrazia in Italia” (argomento che personalmente mi occupo da oltre sei lustri), il cui approfondimento richiederebbe non solo l’etimologia, le origini e gli avvicendamenti, ma anche su come affrontarla proprio perché la maggior parte delle inefficienze e assurdità delle Istituzioni sono originate dalla burocrazia. Un esempio? Il nostro sistema non riesce (o non è in grado) di recuperare 89 miliardi di euro di evasione fiscale, ma in compenso è efficientissimo nel comminare una ammenda al cittadino che involontariamente ha sbagliato nel compilare la dichiarazione dei redditi… magari per soli pochi spiccioli di euro; per non parlare del classico esempio di un documento fiscale non registrato (incautamente?) dalla P.A,, e per la cui inottemperanza viene richiesto al cittadino-utente di esibire le prove dell’avvenuto pagamento, in caso contrario è tenuto a pagare il “dovuto” per la seconda volta! E, se si vuole, si aggiunga che molte Leggi sono attive ma di fatto non sono applicate (sic!). Da quando esiste la Repubblica chi non ha dovuto affrontare qualche esperienza burocratica, e magari anche con qualche spiacevole conseguenza? Paradossalmente sembra che non interessi a nessuno: dai governanti al cittadino comune, eppure si continua a subirla un po’ ovunque, e l’inerzia del cittadino stesso (per non dire tutti i cittadini) equivale ad una sorta di masochismo. A riguardo potrei fare una miriade di esempi che ricoprono l’intero periodo della storia repubblicana, a cominciare dal fatto che quando un cittadino si scontra contro la burocrazia (attuata da uomini ottusi delle P.A. a tutti i livelli), solitamente si rivolge ai mass media, alla cronaca in particolare, oppure scendendo in piazza, se non addirittura facendo sciopero della fame o altri gesti plateali privi di dignità e che non impietosiscono nessuno, nella speranza che, rendendo pubblico il proprio problema, trovi la soluzione ma il giorno dopo tutto torna come prima, come dire: “Passata la festa, gabbato lo santo”. Purtroppo nella maggior parte dei casi la mentalità è questa: dal dopoguerra ad oggi sono rarissimi gli italiani che hanno contestato la burocrazia scrivendo di proprio pugno a quella determinata P.A., ottenendo di rado una risposta, e oggi meno che mai! Ora che ogni Regione è libera di agire in autonomia su molti versanti, il vezzo di non rispondere (“abusivamente”) al cittadino che chiede dei riscontri continua imperterrito, per non parlare poi della onnipotenza dei Ministeri che, per la verità, non credo ricevano raccomandate dai cittadini ogni giorno se non con qualche eccezione (personalmente ai Ministeri in questi ultimi mesi ne ho scritte tre con richiesta di riscontro  senza ricevere alcuna risposta). In compenso, però, periodicamente la Presidenza della Repubblica non manca di ricevere segnalazioni di cittadini che si “sono distinti” in diversi ambiti e riconoscere loro qualche onorificenza… ma questa è un’altra storia che meriterebbe una profondissima disquisizione, per la quale ho già scritto più volte. Ecco che una task force di volontari dediti alla lotta (civile e democratica) contro la burocrazia, sarebbe più che utile anche perché, come sostengo da tempo, alienare questo sistema di dispotismo potrebbe destabilizzare un sistema (ognuno interpreti come crede); perciò deduco che nessuno, tranne chi scrive, ha interesse ad alienare la burocrazia. È pur vero che essa esiste anche in Gran Bretagna e in Germania, ma in quei Paesi ha tutt’altra valenza tant’é che determinati servizi (e non pochi) funzionano meglio.

Esiste un Paese, se pur piccolo e più razionale, che è l’Estonia in cui la burocrazia è inesistente e, anche se fa parte del Continente europeo, è evidente che siamo su un altro pianeta! Da sempre sostengo, inoltre, che il nostro è uno strano Paese che vanta di aver sconfitto soprusi vari per poi diventare giustamente una Repubblica (democratica?), ma è altrettanto vero che questa incoerenza (paradossi e assurdità varie) la stiamo pagando cara. La Carta Costituzionale è una bella realtà che ben pochi conoscono e di cui pochissimi posseggono una copia cartacea, ma l’assurdità è che, per quanto nobile e di sani princìpi, diversi articoli non sono rispettati, con l’aggravante che si continua a rammentarla e “inculcarla” senza entrare nel merito pratico, e nessuno ci spiega il perché. Ipocrisia? Un Feudalesimo in versione moderna? Mi si provi a dimostrare il contrario e poi ne parliamo… se ne vale la pena! Un’ultima annotazione. I nostri politici (da sempre) si rendono ben conto dell’incoerenza dei loro sudditi, che rispecchia quanto sosteneva Alessandro Manzoni (1785-1873): «Noi italiani in genere siamo fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo sdegnati e in silenzio sotto gli estremi»… con penose fiaccolate, processioni e sit-in. Sono trascorsi oltre due secoli e mezzo da questa constatazione, ma l’italiano non è mai progredito.

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