L’angolo di Full: “Lo spray”
Si chiamava Severo, un nome che evoca antichi, nobili casati. Secco, con le spalle cadenti, faceva pensare a una gruccia per abiti con appeso un pastrano floscio.
Eppure, quando le donne lo incrociavano, avevano una mossa curiosa, un gesto minimo, quasi un brivido di pudore come se d’un tratto, di fronte a lui, si fossero sentite nude e arrese.
Poteva dipendere dalle sue movenze vellutate di felino, o dallo sguardo tagliente che dardeggiava fra le ciglia. Oppure dal mistero che, nell’insieme, suggeriva la sua figura.
Per queste, o per altre segrete ragioni, l’avventura amorosa arrideva facile a Severo quando, la sera, lui e il buio uscivano insieme dalle rispettive tane.
«Ci vorrebbe uno spray!», soleva dire agli amici feudatari della notte, «quando, a metà nottata, si spegne l’urlo del sesso e il sonno bussa forte, ci vorrebbe uno spray. La donna di turno, ormai, è soltanto una presenza estranea nella nostra casa, un disturbo per la propria intimità. In quel momento servirebbe uno spray che la nebulizzasse all’istante: puffffft!!!
«Invece bisogna alzarsi, rivestirsi e riaccompagnarla… morti di sonno! Che raffinata soluzione sarebbe: un magico spray che la dissolve! Puffffft!!!».
Stagioni e anni s’arricciolavano insieme alle sue avventure e infine, com’è nell’ordine degli amori, anche Severo s’innamorò. Ma l’amore reciproco è merce rara. Per molti non è mai esistito, per quanto non si esista che per lui. Severo era ormai nell’età che viene sconvolta dalla notte e rivelata al risveglio, con lo sguardo appannato, la bocca impastata, i capelli arruffati, le gote esangui o arrossate.
Lei, Lucrezia, stava attraversando gli anni della bellezza piena e dei risvegli radiosi. Aveva l’insolente audacia della propria nudità consapevole della totale freschezza e della completa bellezza.
Lucrezia non frequentava le alcove dei casanova, ma viveva le sue rare avventure nella protezione della propria dimora che non concedeva mai oltre le ore dell’amore.
A notte fonda, a conclusione dei suoi lunghi amplessi con Severo, lei trovava sempre qualche storia stravagante da raccontare. Era anche un modo per tenerlo sveglio e pronto a liberarle il letto e la casa. Una incombenza che l’uomo cercava sempre di eludere.
Questa volta, Lucrezia evocava l’intrigante teoria di una sua trisavola secondo la quale, ogni sette generazioni, nel loro casato nasceva una strega.
«Divertente», sbadigliò Severo, «e tu? In che posizione stai nella dinastia?»
Lei prese un’espressione ineffabile. Col dito, tracciò nell’aria un breve gesto: pufffffft!!!
Fulvio Musso
Ecco cosa accade quando risvegli la tua anima al femminile.:)
divertentissimo!!!
la chiusa è stupenda, ancora una volta complimenti!!!!