L’angolo di Full: “Unghie”
Le unghie continuano a crescere anche dopo la nostra morte
Mi piaceva prendermi cura delle unghie: tagliarle, limarle, foggiarle, proteggerle con preziosi smalti trasparenti che mettevano in risalto la loro grazia naturale. Le curavo a lungo, meticolosamente, soprattutto quelle della mani.
Questa pratica, quasi una mania, mi derivava da una zia che abitava con noi quando ero piccola. Una donna strana, scorbutica che accettava la mia compagnia purché stessi buona e zitta.
Passavo ore a guardarla mentre dipingeva strabilianti miniature sulle sue unghie. Dopo aver steso uno smalto dalle tonalità tetre, creava immagini fascinose quanto agghiaccianti. Ricordo teschi urlanti, demoni crocefissi, occhi infilzati da spilli, volti dalle occhiaie vuote. A volte mi concedeva di aiutarla facendomi pulire le tracce della precedente opera con l’apposito diluente e, ogni volta, le sue unghie apparivano più lise e sofferenti per effetto degli acidi e della asfissia procurata dagli smalti che la zia doveva rendere sempre più densi. Smalti ormai indispensabili dato che le sue unghie nude erano inguardabili: deformate, incrinate e grigiastre a causa delle continue, scellerate pratiche.
Zia Bice, questo il suo nome, morì abbastanza giovane, forse minata dall’alcool, anche se nessuno mi disse mai nulla in proposito. Ricordo che m’impedirono di vederla attraverso il vetro della bara. Una mia cugina mi confidò che, nella notte della veglia, successero cose strane e il mattino dopo fecero venire i becchini ad incollare un pannello di legno sopra il vetro della cassa. Una sua frase mi restò impressa: “I morti non sanguinano e un volto artigliato, straziato e privato degli occhi, senza alcuna traccia di sangue, è quanto di più orrendo si possa vedere”.
Il fatto che le nostre unghie continueranno a crescere anche dopo la nostra morte, è una ragione in più per accudire con scrupolo e giustificato timore questi piccoli, bianchi, futuri fantasmi che ci accompagneranno, vivi, nella bara.
Se sono spiriti buoni o cattivi non lo so dire. Di certo sono atrocemente vendicativi. Questa cosa mi inquieta perché, con l’età, m’ha colpito una forte artrosi alle mani che m’impedisce di prendermi cura delle unghie come facevo un tempo. Ho anche notato che l’incuria favorisce la loro crescita in una inquietante sagoma adunca. Il tempo, intanto, avanza inesorabile avvolgendomi nel suo abbraccio ormai gelido. Da qualche giorno, il mio cane scansa le mie carezze ringhiando.
Fulvio Musso