L’ARMA DELLA COMUNICAZIONE SEMPRE PIÙ APPUNTITA E AVVELENATA
Tra spot pubblicitari dalla trama “irrazionale e sconclusionata” e reality show di discutibile utilità, si assiste al decadimento di alcuni valori culturali e morali.
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Se si vuole parlare di buona comunicazione, per quello che riguarda in Italia, personalmente avrei da ridire e non poco. Oltre agli innumerevoli spot pubblicitari in cui compaiono protagonisti dell’ultima ora che, non a caso, oltre i due terzi appartengono al sesso femminile, e non si capisce (o forse fin troppo) di questa eccedenza rispetto al sesso maschile, per non parlare poi della presentazione di certi prodotti in cui le comparse femminili sono particolarmente avvenenti… lasciando poco spazio in alcune sequenze alla immaginazione. Preciso subito che le mie osservazioni non hanno nulla di maschilismo, ma sono oggetto di acuta, obiettiva e “coraggiosa” osservazione, e mi fa strano che non si leggano osservazioni in merito da parte di sociologi, antropologi ed altri esperti. Inoltre si aggiungano i vari programmi propositivi che personalmente definisco di induzione allo sviscerato protagonismo e alla più palese emulazione. A tal riguardo punterei il dito contro programmi come “Uomini e Donne”, “Scherzi a parte”, Grande Fratello, “Amici”, “C’è posta per te”, Ciao Darwin, “La pupa e il secchione”, “L’isola dei Famosi”, Temtation Island, Nudi e Crudi”, etc; reality show che non hanno nulla di intelligente costrutto e quindi tanto meno di utilità sociale perché, se sommati alla trasmissione di pellicole dalla trama violenta e truculenta, non ci sarebbe poi da stupirsi se la società sforna e cresce persone la cui moralità lascia molto a desiderare… Ed è così che, oltre alle comunicazioni che eludono la privacy come pure l’irruenza e il turpiloquio di politici ed altri ospiti al seguito in talk show, la nostra società sta volgendo sempre più al declino ancorché aggravata dall’uso spesso improprio di internet e cellulari (vedasi ad esempio alcuni reati a seguito degli stessi…). A mio avviso sia la TV di Stato che le cosiddette emittenti private, sono motori a veloce propulsione il cui impatto mediatico (negativo) coinvolge sia soggetti “mentalmente deboli e influenzabili” che soggetti anche colti e appartenenti a ceti sociali di media borghesia. Probabilmente il mio disquisire cadrà nel vuoto, ma sicuramente denuncia una realtà che non si può negare poiché non è un caso che eventi “deformanti” hanno la complicità degli sponsor incalzati dai pubblicitari dalla copiosa fantasia, ben coscienti che determinati programmi hanno un notevole indice di gradimento incrementando la ricezione dei messaggi commerciali e delle relative vendite; oltre naturalmente ai floridi incassi delle stesse emittenti. In qualità di opinionista sovente mi si addossa il vestito dell’anticonformismo, abito che per convinzione e coerenza indosso volentieri, e che mai sostituirei in qualunque stagione proprio perché sempre lindo e stirato quanto lo sono le mie obiettive osservazioni. Quindi pronto ad essere dissentito su quanto finora detto, e se si vuol negare la realtà, allora mi si lasci aggiungere: molte di queste persone hanno la società che si meritano, a discapito purtroppo di altre che non fanno parte materialmente o idealmente di quei protagonisti che, ancora oggi, non è dato a sapere come vengono individuati dai produttori, a quali condizioni contrattuali e per quale compenso. Questi non sono aspetti marginali perché nel commercio, e anche in altri ambiti, l’essere umano si muove soprattutto se sollecitato dal denaro, dalla visibilità o da altre promesse e, dove c’è denaro e palcoscenico, solitamente molti sani principi vengono meno. Questa è la società di oggi e di domani!