L’ASSURDO E SCONTATO DECLINO DI UN PAESE
Diritti e tutela restano confinati nelle maglie della burocrazia
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Il nostro Paese è sempre più in fibrillazione per impoverimento in tutti i sensi: anziché rivedere alcune modalità nel gestire la pandemia, la cronaca ci informa di casi che rasentano l’assurdità. Ne sono esempio i pazienti che non vengono curati (se non molto gravi) perché non vaccinati contro il coronavirus e quindi sprovvisti del relativo green pass; e una casalinga di Padova multata (4,5 mila euro) perché pur essendo in qurantena è uscita di casa per soccorrere un ferito in incidente stradale.Casi come questi o analoghi, in questi due anni ve ne sono stati ancora, per non parlare di quei cittadini che in loro temporanea assenza da casa, al rientro si sono trovati la propria abitazione occupata ingiustificatamente da estranei, con l’aggravante di non riuscire a tornarne in possesso… perlomeno in tempo utile e con tutte le difficoltà e conseguenze del caso. Per quanto riguarda le cause di queste assurdità a firma “Italia” (almeno per quello che ci riguarda), come sempre il cancro burocrazia è il deus ex machina che, ovviamente, è attuata dalle persone, ossia i dipendenti a vario titolo della Pubblica Amministrazione. È evidente che gli interessati di queste esperienze per difendersi sono costretti a ricorrere alla difesa di un legale o in sub-ordine a qualche associazione con tutto ciò che comporta; ma Dio Santo, è mai possibile che gli italiani colpiti dalle sventure che hanno (o avrebbero) come responsabili gli uomini di questa o quella P.A., non si attivino in primis con una denuncia-diffida, sia pur a titolo cautelativo nei confronti delle Istituzioni definendole responsabili soprattutto per non riuscire a prevenire e a risolvere simili eventi? Le cosiddette armi dell’aver ragione e dell’impugnare carta e penna non sono mai state (eccetto rare eccezioni) prerogative degli italiani e, l’assurdo, è che siamo detentori di una delle migliori Costituzioni (sulla Carta) e di 4 Codici dal punto di vista giuridico; ma queste fonti vengono solo citate all’occorrenza, mentre si provino tutti gli interessati ad inviare raccomandate (A/R) ai destinatari con richiesta di riscontro, ed impugnando il medesimo se non dovesse soddisfare quanto giustificatamente richiesto. Per molto tempo l’Italia è stata definita non a torto il Paese del Bengodi, o con altre definizioni ancor meno edificanti, e questo non è retorica e nemmeno demagogia, ma più obiettivamente un dato di fatto che si perpetua quotidianamente. Un quesito non proprio provocatorio: come mai che queste assurdità non colpiscono mai gli uomini al potere o persone altolocate? Il fatto che malattie e morte colpiscano tutti gli esseri umani, per quanto palese, è una magra consolazione e quindi la sostanza non cambia; come poco cambia anche quando le cronache denunciano simili fatti. Ora che stiamo vivendo l’esperienza della pandemia, è ancora più sconcertante perché anziché esserci una maggiore solidarietà, stiamo subendo effetti deleteri sotto tutti i punti di vista. Ma in cosa consiste lo Stato di diritto e tutela? Posto che molti cittadini sono ancora onesti, bisogna fare i conti con tanti altri che non lo sono con tutte le conseguenze del caso, e questo a mio avviso significa che il Paese che si vanta essere tra i più democratici ed avanzati, non è in grado di tutelare i propri cittadini lasciandoli alla mercé di ogni lesiva circostanza. Lo Stato italiano è rappresentato da persone, così come il Governo i cui esponenti non si espongono concretamente come dovrebbero: da sempre si fanno molte chiacchiere e, mettere d’accordo 945 parlamentari, non solo è un miraggio ma una vera e propria utopia. Dunque, che fare? Il povero e modesto sottoscritto, erede degli ideali di Socrate, non ha la soluzione in tasca, ma torna a ribadire che sino a quando non useremo tutti (in un certo modo) carta e penna, i nostri problemi esistenziali all’interno di questo Paese non si risolveranno mai, che peraltro sono aggravati dalla schiera di coloro che inneggiano e fanno violenza, non sempre gestibile senza riuscire a metterla al bando.
Nei secoli scorsi alcuni nostri antenati hanno dedicato (e sacrificato) la propria vita per il bene della collettività, ma negli anni seguenti il loro esempio si è reso sempre più vano, ed ecco l’Italia che ci ritroviamo: una penisola che vanta essere fonte di cultura ed emancipazione, nella quale, in buona sostanza, i più deboli e i meno fortunati sono destinati a soccombere… e la Costituzione continua a perdere il suo valore e quindi anche la sua essenza. Poi, per riemergere (si fa per dire) si rievocano quei patrioti dell’Unità, sbandierando il Tricolore (per me ormai lacero, anche se da rispettare) e accodarsi ai cori dell’Inno di Mameli. Ed infine, quale il destino delle ultime e prossime generazioni? Ad ogni intervento pubblico da parte di queste o quelle Autorità (che saprei esporre anch’io senza alcuna difficoltà concettuale e lessicale), si ripetono gli stessi concetti, una filippica di espressioni tra il patetico e il commovente, compreso l’invito a conoscere e rispettare la Costituzione, ma nessuno spiega (o vuole spiegare) perché non si vuole alienare la burocrazia, e tanto meno come agire nei confronti dei “disturbatori” della Patria… che spesso sono anche i politici. Ho dipinto un quadro molto triste del nostro Paese e, per alcuni miei connazionali, non ho detto forse nulla di nuovo, tranne il fatto (come torno a ripetere) che la burocrazia la si può combattere con carta e penna, e se è il caso per ogni assurdità (anche minima), e questo da parte di tutti.Ma purtroppo, come spesso rammento, Alessandro Manzoni (1785-1873) sosteneva: «Noi uomini siamo in genere fatti così: ci rivoltiamo sdegnati contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi». Sono trascorsi oltre tre secoli ma la sua sentenza per molti italiani corrisponde alla realtà attuale.Ed è inutile negare, perché questo è il nostro attuale destino!