Latina: terra di nessuno

Ho esitato molto prima di scrivere … denunciare sembra stia diventando uno sterile virtuosismo. L’ingravescente imbarbarimento culturale e politico dissolve valori ben più vitali nel nostro paese e taglia radici ai diritti umani fondamentali delle persone e della convivenza civile per cui, quello che scrivo, a confronto, è solo un misero corollario o una patetica ostinazione ad imbastire toppe su un consenso comune ormai liquefatto … lo so. Ma a volte tacere è insostenibile.
Assente dal paese per un periodo di volontariato, le notizie mi avevano precorsa: “… Emanuela ciao è ricominciato il solito tran tran, mi portano via le ciotole dei cani e stanno disboscando tutti gli alberi, ho chiamato i vigili del fuoco per vedere se possono fare tutto ciò … verificheranno però intanto i miei cani non mangiano …..Ciao,sei ancora in Messico? I cani sono spariti è rimasta solo una femmina, i cuccioli non ci sono più ….Non lo so perché li fanno sparire …. So solo che mi sono cresciuta i cuccioli e adesso non ci sono più …”. Commenti?
La strage impunita. Come lo scorso anno. E come allora, i vigili sono venuti ed hanno scritto. Ed io ho girato ed interrogato su questo lembo di territorio compreso fra via Adda e via Piattella. Nessuno vede. Nessuno sa … forse per fatale rassegnazione dinanzi a tutele istituzionali irreparabilmente saltate .…. Terra di nessuno. Terra senza legge. Scorribande fraudolente qui sono abituali. Deserto, sensazione d’impotenza e … una certezza! Abbiamo smarrito di più … molto di più … Questo territorio è solo il microcosmo, la parabola di quanto avviene nel paese: l’afrore mozzafiato della deriva civile ed istituzionale è pungente; l’irresponsabilità comune che alimenta il guscio vuoto di quella che pomposamente chiamiamo civiltà è spaesante; la narcosi massmediatica e le trappole burocratiche paralizzano le coscienze ed il futuro.
Qualcuno mi dice che negli anni sessanta-settanta Latina era un giardino e tra i suoi canali c’era dovizia di vita acquatica in acque cristalline..Come fanno queste persone costrette ad assistere, oggi, al degrado che si consuma come cinica eutanasia?
Il canale è soffocato da una fitta vegetazione, oltre che accecato nel suo decorso. Nell’alveo e tutt’intorno c’è di tutto e di più: indisturbati accampamenti sulle sponde e fra i canneti, con annesse discariche private (manco a dirlo: noi siamo un paese ospitale … rimarcare questo è essere razzisti … andiamo: è sufficiente non vedere …); sul fondo, mi dicono, oltre all’inimmaginabile, c’è anche una cospicua quantità di materiale residuo da furti di rame nella vicina sede enel. Sul terreno, in molti punti, le ferite di quella che doveva essere una cura preventiva: una cooperativa è stata chiamata a tagliare gli eucalipti malati; nella realtà, mi dice una contadina residente, sono stati tagliati alberi che “… servivano a loro..” e in più, hanno lasciato sul terreno, a firma, un tappeto di bottiglie vuote di acqua e di birra … generosa riserva di concime per il terreno e … tra fogliame e rami abbandonati, una busta contenente una grossa oca, inutilmente sacrificata, forse rubata e lasciata lì, a dileggio della vita.
Abbandono ed incuria, con una variante tragicomica: il solo capro espiatorio di questo degrado (salassato da multe pesanti) è l’anziano proprietario del terreno sul quale va a pesare l’insoluto dei randagi (notoriamente riconducibile ad un signore che pascolava qui il suo gregge).
Questo microcosmo è un grido. È segno e monito. L’indifferenza uccide.
L’indifferenza distrugge convivenza e dignità, a partire dalle condizioni pesanti di molte persone costrette a pensioni umilianti o al ricatto del lavoro precario o perduto, fino alla delinquenza impunita, alla distruzione dell’ecosistema vitale o all’abbandono di animali (penso al gatto abbandonato presso la chiesa dell’Immacolata o ai cani nella stessa condizione, ovunque). L’indifferenza umilia e danneggia tutti. E tutti condanna ad una vita civile precaria ed indegna asfissiata ed insidiata (fino a quando?) dall’ignavia e dagli individualismi spudorati …
Saremo capaci di ricostruire dignità civile ed istituzionale e riaffermare attivamente e con vigore i diritti ed i valori comunitari ed ambientali ?!?!… fermeremo in tempo il disastro che ci accerchia?!?!

Emanuela Verderosa

 

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