Le mutilazioni genitali, realtà del mondo di oggi
Oggi, febbraio 2012, sembrerebbe cosa impensabile. Ma la presenza di pratiche atroci e dolorosissime che privano una donna della propria sessualità è un vero fenomeno di costume che ancor oggi risulta essere problematico e di grande attualità e diffusione.
Questa ‘tradizionale’ pratica di alcuni gruppi etnici rappresenta, per donne in età adulta, un vero gesto d’affetto per le più giovani del gruppo: solo attraverso questo intervento, infatti, le ragazze possono, secondo le antiche usanze, riuscire a portare rispetto al loro futuro marito garantendogli completa dedizione e fedeltà.
Una sorta di dote, quindi, che attraverso un’autentica privazione garantisce dignità e rispetto alle donne all’interno dei loro gruppi di appartenenza.
Spesso anche gli emigrati sottopongono le loro giovani figlie a subire una tale pratica per far sì che ci possa essere un processo di facile reintegrazione nel gruppo di appartenenza nel caso fosse possibile rientrare nel loro paese natale.
Quante donne emigrate hanno l’opportunità di tornare a far parte integrante delle loro etnie e quante, invece, sono costrette a vivere due volte mutilate? Eh si, perché oltre la mutilazione e la privazione dei propri genitali, la ragazza impossibilitata a raggiungere il paese di provenienza è costretta a sentirsi due volte diversa e derubata in una società dove integrarsi ed interagire risulta già, a volte, cosa assai ardua.
L’origine dell’infibulazione (asportazione del clitoride, delle piccole e parte delle grandi labbra) è antichissima e non è religiosa.
I paesi in cui tale pratica è maggiormente diffusa sono la Somalia, il Sudan, la Nigeria e l’Etiopia, ma anche in Indonesia e in Egitto sono presenti alcune di queste pratiche, come la circoncisione.
Il rischio immediato è senza dubbio un’emorragia, che può essere mortale se la lama utilizzata colpisce l’arteria vulvare o del clitoride, inoltre l’uso di strumenti non sterilizzati può generare tetano ed altre infezioni gravi.
La donna subisce un ulteriore danno che ha violenti conseguenze in ordine alla sua vita sessuale, caratterizzata da rapporti sessuali dolorosissimi e privi di ogni sorta di piacere.
Da poco a Firenze è attivo un centro di riferimento per le mutilazioni sessuali e nonostante l’argomento sia stato più volte trattato dallo stesso Codice Penale dove ogni mutilazione all’essere umano è vietata, sono in corso di discussione alcuni provvedimenti per l’inasprimento di pene verso chi pratica questi interventi.
Le campagne di sensibilizzazione e le proposte progettuali di una prevenzione delicata verso tale preoccupante fenomeno non mancano come non mancano le testimonianze eccellenti di chi non è riuscita a cancellare il dolore e la sofferenza dal proprio animo.
L’argomento crea sempre più spunti di riflessione anche nel nostro Paese e questo lo si deve ad un maggiore incremento di chi sceglie, a volte necessariamente, l’Italia per stabilire affetti e sfere lavorative.
Sabrina Vasciaveo