L’angolo della poesia: “Le parole” di Eugenio Montale
Le parole sono importanti, le parole meritano, anzi esigono, rispetto: questo è ciò che ci insegna la poesia del grande Eugenio Montale che vi proponiamo oggi.
Le parole
Le parole
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l’inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l’imbroglio dei tasti
nell’Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di essere buttate fuori
come zambrocche e accolte
con furore di plausi e
disonore;
le parole
preferiscono il sonno
nella bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perché c’è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un’eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute.
Lia Manzi, poetessa ben nota ai lettori di questa rubrica, ha commentato per noi questi versi: «Le parole, gli oggetti, i ricordi, le emozioni, le paure, le gioie, i sospetti, i profumi, i rumori. In questi versi sublimi del maestro si respira la Poesia, incarnatasi in ogni singolo oggetto descritto dal poeta, che è come un dipinto reale. Una poesia quasi attuale dove i tasti dell’Olivetti potrebbero essere paragonati a quelli di un Notebook o Tablet. Montale si nutre di poesia, la tocca, l’annusa, l’assapora, egli è Il Poeta.»
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