L’ESCALATION DELLA CRIMINALITÀ, SEMPRE PIÙ INCONTROLLATA
Intanto la nostra incolumità e la nostra vita sono ogni giorno sempre più a rischio
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
È inutile temporeggiare attenendosi soltanto a recepire quello che la cronaca, e non solo, ci informa. Non passa giorno che nel nostro Paese non avvengano due o più reati (oltre agli infortuni e decessi sul lavoro) contro la persona e il patrimonio e, come se non bastasse, in taluni casi anche le Forze dell’Ordine sono nell’occhio del mirino a causa della inefficienza di taluni suoi membri; per non parlare dei molteplici casi di infedeltà dei dipendenti delle P.A. Inoltre, va rilevato che gli autori che delinquono da un po’ di tempo sono anche minorenni. Oggi, più di ieri, si commettono crimini (anche efferati) con molta facilità e indifferenza e, ovviamente, chi ne fa le spese sono i cittadini comuni alla mercé di costoro che, per quanto arrestati e incarcerati, la situazione non cambia come se il loro delinquere comportasse continue emulazioni (filmati e pubblicità tra gli spunti). Da qui l’incontrollata evoluzione. Il fatto, poi, che il nostro sistema giudiziario e/o carcerario sia piuttosto avaro con la certezza della pena, sta a significare che chi delinque non ha né arte e né parte e se ospitato “nell’hotel dello Stato”, è tutto gratuito! Questo perpetuarsi è un oltraggio alla umana civiltà e, il fatto che un Governo non riesca porre freno a questa escalation, mi invita a fare alcune domande: quali sono le ragioni che hanno portato le ultime generazioni di adulti e giovani a delinquere con estrema facilità e sfrontatezza? E il non porvi rimedio dove si andrà a finire? A che serve menzionare tutte le volte la Costituzione che non viene rispettata anche dalle Istituzioni? Cosa può fare il cittadino comune per tutelare la propria incolumità e la propria vita? Che ne sarà delle future generazioni? Sono quesiti che ogni cittadino dovrebbe porre (individualmente) alle Istituzioni preposte con tanto di Raccomandata A/R, e averne immediato riscontro scritto; insomma una sorta di esposto/diffida cautelativo proprio perché lo Stato è tenuto a tutelare i diritti dei cittadini e non lasciarli in balia della criminalità… per effetto della scarsissima prevenzione! Purtroppo alla quasi totalità della popolazione non verrà mai in mente di inviare un esposto/diffida alle Istituzioni e, di conseguenza, il problema della sicurezza non sarà mai totalmente garantito. Nel caso, invece, ci fosse un seguito, personalmente sarei il primo ad agire in tal senso (tutti possiamo essere democraticamente dei “templari in versione moderna”). Quindi, di conseguenza molti delinquenti, molti crimini, molte vittime, e carceri sempre più affollate tanto che, per non sovraffollarle ulteriormente, si tende a comminare pene esigue (o a ridurle in seguito) favorendo in non pochi casi il processo della recidiva. È pur vero che vi sono leggi che “regolano” (si noti le virgolette) il sistema, ma è altrettanto vero che bisogna fare i conti anche con il diritto (?) della discrezionalità dei giudici. Ammesso che questi siano tutti ligi al proprio dovere in scienza e coscienza, non si può sottacere il ruolo dei difensori dei rei i quali sono (ovviamente) preposti a difendere il loro assistiti cercando di ottenere per loro clemenza o il minimo della pena.
A fronte di ciò non intendo andare oltre per non varcare la soglia delle loro rispettive professioni di cui non ho titolo, ma ciò non toglie che non ci si debba preoccupare più del dovuto, con il seguente quesito: qualora un cittadino comune dovesse subire una lesione di origine criminale e che magari si poteva prevenire, quanto è responsabile lo Stato che, detto per inciso, non è stato in grado di evitare che ciò accadesse? Ecco che un esposto cautelativo (e non la discesa in piazza) assume un senso di oggettività e di diritto, ma per ottenere un adeguato riscontro tutti gli italiani dovrebbero spedire individualmente quella benedetta Raccomandata… poi si vedrà. E mi permetto di aggiungere che da un certo punto di vista a poco serve varcare la soglia di un Ateneo per fruire lezioni dai docenti costituzionalisti, se poi le acquisite nozioni resteranno lettera morta… Questo, a mio avviso, è il quadro dell’Italia che chi ne ha invocato l’Unità non l’avrebbe mai immaginata: allora si moriva per volerla unire, oggi invece si muore vedendola di fatto disunita, con buona pace di quelli che ancora si sentono patrioti sventolando il tricolore che, se non si è daltonici, il verde è più sbiadito (poca speranza), il bianco è meno terso (poco candore), il rosso è sempre più rosso (di sangue!).