L’ESERCITO DEL VOLONTARAITO IN ITALIA
Un corpus di operatori della solidarietà da considerare, ma non di “eroi”. Persone generose che tengono sempre accesa la fiamma della solidarietà, ma che molti purtroppo eludono la necessità di affrontare la burocrazia.
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Credo che da sempre in Italia, ossia dalla Costituzione della Repubblica, ma soprattutto dagli anni ’70 ad oggi, il concetto del volontariato ha sempre tenuto banco. Oltre un quarto di secolo durante il quale sono nate associazioni e movimenti un po’ in tutti i settori, con l’intento (più o meno comune) di svolgere un’attività libera e gratuita per giustizia sociale, in soccorso a persone in difficoltà oltre ad intervenire in difesa della Natura, del patrimonio artistico e culturale. Su questo fenomeno in progress si è scritto e fatto moltissimo favorendo un massiccio coinvolgimento tant’è che, nel 1985, le Nazioni Unite per la Giornata internazionale del volontariato hanno scelto il tema: “Solidarietà attraverso il volontariato”. È divenuto ormai un evento universale e ogni Paese cerca di dare il meglio di sé per lenire in qualche modo i disagi del prossimo. Ma senza uscire dai nostri confini, nel nostro Paese è stato calcolato che i volontari più o meno ufficiali sono circa 7 milioni, un piccolo-grande esercito che opera su vari fronti dal semplice disagio alla massima condizione di povertà e, a questo riguardo credo che nessuno abbia da eccepire o dissentire alcunché, ma una eccezione, tutta italiana, mi permetto di rilevarla. In oltre sei lustri del mio modesto agire nel sociale non ho mai conosciuto volontari dediti a combattere il nemico numero dell’Italia: la burocrazia. Una carenza davvero imperdonabile (chi scrive se ne occupa appunto da oltre un trentennio divulgando e agendo), nella convinzione che se ci si dedicasse in questo ambito, a mio avviso, verrebbe meno in parte la necessità di volontariato. In sostanza si tratta di dedicarsi a favore di quei cittadini che, a causa del modus operandi di molti burocrati favoriti da consuetudini, libere interpretazioni di leggi e normative, dispotismo ed appoggi vari, mettono il cittadino-contribuente spesso in non poche difficoltà sino a renderlo talvolta suddito… con conseguenze penalizzanti ed altre che si possono immaginare! Ciò di cui non mi capacito è che non si riesce a capire come mai nella mentalità dell’italiano di ieri e di oggi, non sia mai stato sfiorato il pensiero che la burocrazia è sì un ostacolo ma per molti versi superabile. Il nostro Paese si vanta di avere molti laureati, persone colte ed istruite o comunque molto preparate in varie discipline, ma qui a Torino (e in Piemonte) non ho mai incontrato qualcuno dedito a questo ruolo. Non escludo che in Italia ci sia qualche caso ma a me non è dato a sapere.
Un altro aspetto che a riguardo vorrei rilevare, è che gran parte delle persone si lamentano per ingiustizie subite a causa della burocrazia, ma non fa nulla per “auto erudirsi” e affrontare il “nemico pubblico numero uno”, ossia il burocrate. Mentre in diversi casi, relativamente alla mia esperienza, ho avuto modo di intervenire di persona o per iscritto, gran parte dei quali si sono risolti a favore del cittadino. Detto questo (che posso dimostrare, tutelando ovviamente la privacy), il mio non vuole essere mero esibizionismo ma evidenziare che il mio agire (ovviamente non profit) si è sempre risalto nella concretezza, cercando di dimostrare che quando si è nella ragione non c’è burocrate che tenga, almeno per quanto riguarda le realtà locali. Purtroppo, la mia voce, i miei scritti, i miei esempi pratici dimostrati sul campo non hanno prodotto seguaci, ed è anche per questa ragione che personalmente continuo a concepire il volontariato come freelance del sociale, e comunque mai “sostitutivo” al ruolo delle Istituzioni… come invece in diversi casi avviene… Provocatoriamente, si provi ad immaginare una sola settimana di “sciopero” di tutti i volontari italiani, le conseguenze sono facilmente immaginabili, altrettanto sicuramente i governanti sarebbero costretti a rivedere in toto il concetto di Welfare, poiché nulla possono pretendere dalla libera volontà del cittadino. In merito a quanto espresso non ho alcun timore di sentire detrattori o franchi tiratori, non solo perché il mio operato ha una sua storia, ma anche perché non si può pretendere (ed è insano) di agire al posto del burocrate. Unica e sacrosanta eccezione per l’esercito del volontariato, è la sua collaborazione con le Istituzioni nei casi di calamità di qualche genere esse siano, poiché spesso la forza lavoro delle Istituzioni in tali casi risulta essere insufficiente. Vorrei concludere affermando che se non sono condiviso da quasi tutta la popolazione, personalmente devo rispondere alla mia coscienza e poi a Dio, al quale dedico sempre ogni buona intenzione quotidiana a favore del prossimo. Ed ancora, per quello che mi riguarda, non è un Anno dedicato che può rafforzare, o meno, le mie altruistiche dedizioni verso il prossimo.