L’ESTONIA: UN PAESE MODERNO DALLA INESISTENTE BUROCRAZIA
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Nel nostro Paese, si sa, la burocrazia è un fenomeno ultrasecolare dagli effetti a dir poco deliranti… tanto che primeggia per “eccellenza” rispetto al resto dell’Europa. C’é quindi ragione di sostenere che i Paesi cosiddetti civili, per la questione burocratica, si possono dividere in due categorie: Paesi burocratici e Paesi aburocratici. Fra questi ultimi, anche se non fa parte della Comunità europea, ma è pur sempre all’interno del Continente, emerge l’Estonia. Questa piccola nazione, a Repubblica parlamentare e con poco più di 4 milioni di abitanti, impressiona subito per l’enorme quantità di cantieri aperti, quindi estremamente positiva è l’imprenditoria, con un PIL (nel 2017) di circa 23 miliardi di euro. La sua capitale è Tallinn, una fiorente cittadina di poco più di 1.300.000 abitanti, dei quali fanno parte anche immigrati comprese alcune centinaia di italiani. L’Estonia è un paese giovane che ha fatto negli anni una determinata scelta, ossia quella di investire tutto (nella misura del 98%) nella rivoluzione digitale. A Tallinn, come nel resto del Paese, tra gli esempi della semplificazione, per pagare le tasse è sufficiente firmare un unico documento riassuntivo in versione digitale sul proprio PC; inoltre, con la carta elettronica (Carta di Identità) introdotta nel 2002, nella quale è impresso un microchip (e non un codice a barre come nelle nostre) in cui sono inseriti tutti i dati personali, si possono fare quasi tutte le operazioni quotidiane online. Anche per la Sanità con la stessa carta elettronica si possono prenotare visite mediche, controllare esami clinici, acquistare medicinali in farmacia senza dover esibire alcuna ricetta poiché la carta contiene già la prescrizione medica. Il 96% della popolazione dichiara le tasse online compilando tre paginette, assemblate in automatico dal software; il 95% di questi contribuenti non cambia una virgola, con procedura che dura pochi minuti. Con la quasi totale digitalizzazione lo Stato risparmia il 2% del PIL rispetto a prima, denaro con il quale si paga l’adesione alla Nato. Insomma, una pietra miliare del sistema il cui codice tra 11 cifre e lettere, è il passepartout della pubblica amministrazione dove peraltro non esistono i sindacati! E poi ci sono le tasse. In Estonia, finché non si generano utili al Fisco lo stesso non chiederà nulla al contribuente, e se si producono utili gli stessi vengono investiti nell’azienda. È certamente una notevole differenza rispetto al versamento dell’IVA che gli imprenditori italiani devono versare sin dall’inizio dell’attività, indipendentemente che abbiano ricevuto il pagamento delle relative fatture oppure no. Questo paese, all’estremo nord dell’Europa e ai confini con il golfo di Finlandia, per molti aspetti è davvero avveniristico, tant’è che è il primo al mondo ad aver aperto le frontiere digitali alle altre nazioni. «Ciò significa – ha spiegato Sandra Särav, direttrice degli Affari Generali del Ministero dell’Economia, nel corso di un servizio di Daniele Mustice per conto della rete La7 – Attualità, pubblicato il 23 aprile 2018 – che se una persona che non è cittadino estone e vuole fruire dei servizi digitali estoni, può chiedere la residenza elettronica. Un’azienda si apre online in 18 minuti al costo di 190 euro. Attualmente abbiamo 30 mila residenti elettronici, un polo considerevole tanto da diventare un territorio attrattivo per le imprese…, e questo anche perché a Tallinn la Giustizia è agile e funziona. Con la digitalizzazione, ad esempio, ogni cittadino o azienda può intentare una causa civile in pochi minuti, in forma autonoma e online. È una questione di mentalità… se mai si comincia mai si arriverà». In effetti, in Estonia qualsiasi cittadino può fare una causa civile o amministrativa, da solo e senza l’assistenza di un avvocato. È sufficiente andare sul sito internet della Giustizia e scegliere tra processo civile o amministrativo: si descrive al giudice l’oggetto del contendere, allegare in pdf eventuali documenti e specificare quanto si richiede di risarcimento. Non c’è l’obbligo di recarsi fisicamente alla Cancelleria del Tribunale e, una volta inviato il tutto, il Tribunale risponde in genere entro un mese specificando, magari, se verrà istruito un processo o meno. «Normalmente – è la precisazione di Evar Sömer, responsabile del Registro elettronico dell’amministrazione della Giustizia – la sentenza di 1° grado arriva entro un anno». Tutto ciò che avviene nello Stato di Tallinn, fa sapere Anna Piperal, della Divisione e-Estonia Showroom, è stato possibile perché Governo e privati hanno collaborato: il privato ha fornito la tecnologia, il pubblico l’ha usata per migliorare la burocrazia.
Da notare, inoltre, che in Estonia le persone possono votare dal PC di casa con il voto elettronico, una procedura pressoché affidabile tant’é che nessuo è mai riuscito a violare il sistema di sicurezza per manipolare il voto. «Per la digitalizzazione – precisa Piperal – il nostro Paese ogni anno spende in tecnologia e innovazione circa l’1% del budget statale». Secondo gli estoni ciò sarebbe fattibile anche per noi in Italia poiché, in fondo, si tratta solo di cambiare prospettiva; e non dipende dalla grandezza del Paese, quello che conta è il modo che i governanti hanno di pensare. Già, ma da noi bisogna fare i conti con una miriade di problemi: dalla disomogeneità della cultura che divide le varie Regioni al susseguirsi di partiti e politici, dall’eccessivo culto dello sport alle più svariate distrazioni ludiche (panem et circenses, sic!), dal nostro retaggio storico in tema giurisprudenziale agli interminabili ed incontenibili episodi di criminalità, e alla base di tutto ciò, checché se ne dica, ma anche con la nutrita popolazione nazionale dal notevole impatto multietnico…. Inoltre, gran parte degli italiani, ha un concetto del diritto e del dovere ben diverso rispetto a quello di una modesta popolazione come quella dell’Estonia e, tutte queste divergenze, a mio avviso, non ci permetteranno mai, nemmeno idealmente, di avvicinarci ad un modo di vivere razionale e a misura d’uomo come quello della popolazione estone. Del resto, la tanto decantata Italia dai nobili storici valori: da quelli risorgimentali in poi, è cresciuta e vive nella culla della burocrazia più becera e assurda, primo ostacolo all’efficienza e al pragmatismo. A riprova di quanto ha ricordato il capo di Stato estone, Kersti Kaljulaid (nella foto in alto), che la burocrazia non è un destino ma l’accumulo di scelte sbagliate; l’esperienza, a mio avviso, ha sempre dimostrato che mai procedono le cose (soprattutto razionalmente) che dipendono da molti, anche perché tra questi ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno.
La foto della leader estone è tratta da Wichipedia
L’estonia non confina con la Finlandia…. c’è san pietroburgo di mezzo