Lettera a Umberto Veronesi sul nucleare
Ci scrivono e pubblichiamo per aprire un dibattito sulla spinosa questione del nucleare.
Caro Professor Veronesi,
Ho letto l’articolo oggi su La Repubblica (quella di sabato 24 luglio, n.d.r.) in cui viene intervistato da Dario Cresto-Dina.
Non intendo intervenire sulle questioni politiche che riguardano le sue proprie scelte, ma siccome, nella mia opinione, i suoi interventi sugli aspetti tecnico-scientifici comprendevano degli errori, accludo qui sotto qualche commento con le fonti delle varie informazioni sperando così che tutti possiamo essere meglio informati.
Infine, dal punto di vista puramente economico della questione, non conosco nessuno che intende investire i suoi propri soldi nel nucleare. Qualcuno intende farlo coi soldi del contribuente togliendoli alla sanità, alla scuola, all’università e alla ricerca, perfino con la promessa di pagare i consorzi anche se le centrali alla fine non verranno realizzate.
Ognuno faccia la sua scelta, ma lo scienziato è obbligato, oltre il condivisibile fascino per il neutrone, a guardare anche i dati sperimentali disponibili.
Cordiali saluti,
Derek Jones
Coordinatore Libertà e Giustizia Bologna
UV: Sono a favore del nucleare da sempre. Non da oggi, non da pochi mesi. Moltissimi di noi, scienziati e non, eravamo “a favore del nucleare” anche da bambini quando bevevamo del latte con livelli di Strontium 90 innalzati dopo l’incidente nel 1957 a Windscale (oggi rinominato come Sellafield). Da allora la nostra conoscenza del mondo, anche attraverso i dati empirici degli effetti delle nostre azioni, si è arricchita.
DC-D: Perché non ha dubbi sul ritorno del nucleare?
UV: “Sono uno scienziato, la scienza smonta le paure. Mi affascina il pensiero che un neutrone scagliato contro un atomo di uranio possa far scaturire una quantità di energia così gigantesca da risolvere buona parte del fabbisogno energetico del mondo. Il nucleare può affrancarci dalla dipendenza dal petrolio, un giogo che ha scatenato sanguinosi conflitti. Una fonte dannosa alla salute dell’uomo e a rischio di immensi disastri ambientali come dimostra la recente catastrofe alla BP”.
Non ci sono dati che possono sostenere questa affermazione sull’affrancarci dalla dipendenza dal petrolio. La Francia attualmente ha in funzione ben 57 centrali nucleari che producono ca. il 70% dell’energia elettrica del paese, eppure il consumo pro capite di petrolio in Francia e più alto che in Italia.
Sanguinosi conflitti anche per l’uranio ci sono già stati e se comincia a crescere la richiesta ce ne saranno altri. La Francia ha già “ri-colonizzato” il Niger per aver accesso alle miniere dell’uranio nel suo territorio.
Il Golfo: Non è il petrolio che ha la colpa del disastro bensì la deregulation. Tale deregulation per le operazioni di drilling nel mare, che ha portato al disastro BP, ora viene proposta per le centrali nucleari
DC-D: Nessuna alternativa?
UV: “In questo momento no. Per il solare ritengo sia necessaria una politica di grandi investimenti nella ricerca oggi non attuabile. Le potenzialità del solare sono molto elevate, ma la tecnologia è in ritardo e i soldi per accelerarla non ci sono”.
L’energia elettrica dalle quattro centrali nucleari proposte dall’attuale governo, se va tutto secondo i piani, comincerà essere erogata nel 2020. Ma, le centrali nucleari sono tristemente note per i ritardi nella consegna e gli aumenti dei costi rispetto alle previsioni nella fase progettuale.
Attualmente, la centrale Okliluoto 3 in Finlandia viene costruita su un sito dove ci stanno già altre due reattori in funzione che comporta dei vantaggi pratici per la costruzione della terza. La consegna “chiavi in mano” era prevista per Maggio 2009 ma non sarà in linea prima del 2013. Vedi: Start-up of Finnish EPR pushed back to 2013
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