Lettera aperta a Caselli

 

 

Egregio Dott. Caselli,

non nascondo la mia ammirazione nei Suoi confronti e nel Suo operato, credo di non sbagliare affermando che Lei è uno dei portavoce viventi più importanti della storia della giustizia italiana.
All’indomani della trasmissione televisiva”Vieni via con me”, sorge un dubbio..pur ponendosi i conduttori in una dialettica volta all’educazione civica, difetta un po’ di memoria storica giuridica, o piuttosto i tanti temi affrontati sono stati volutamente sfiorati perché hanno necessità di essere maggiormente studiati per essere compresi ma le esigenze di mercato hanno ridotti anche i tempi di chi è morto ammazzato .
Oggi mi sento ancora più orfana della legalità e mi rivolgo a Lei per capire, sebbene le risposte siano a portata di mano, il perché tanti processi di mafia, di corruzione, di concussione e abusi di ufficio perpetrati dai potenti della politica non hanno trovato il loro naturale epilogo nella comminazione delle pene, piuttosto che essere lasciate morire per prescrizione o per un nulla di fatto da parte del Parlamento, Lei mi insegna …il cd.fumus persecutionis.
Appurato che oggi più che mai non esiste alcun “fumus persecutionis” a carico di chi commette i reati e siede in Parlamento, l’unico fumus è quello dal quale il cittadino italiano, abitante di questo paese, è stato  avviluppato a vantaggio della casta che siede in parlamento e non solo.
Il Dott. Giovanni Falcone sostenne che “noi  passeremo però ci saranno sempre uomini che porteranno in giro sulle loro gambe le nostre idee”.
Lei mi deve rispondere scientemente se veramente esiste una sola possibilità per trovare la verità e per farla comprendere e accettare da questo popolo di cui facciamo parte.
Caponnetto denunciò l’occupazione di spazi da parte dei partiti laddove la Costituzione non consentiva di invaderli eppure a distanza di tanti anni esiste più che mai l’effetto “piovra partitica”.
Come ben ricorda è del 30/12/2004 il decreto mille proroghe con il quale il governo inserì, sebbene non vi fosse alcuna necessità ed urgenza, chi deve e chi  non deve dirigere un ufficio giudiziario.
E’ l’art.105 della Ns. Carta Costituzionale che tutela le nomine dei dirigenti le quali spettano al CSM  e non al governo!
Enrico Berlinguer nell’intervista rilasciata a Eugenio Scalfari su Repubblica del 28/07/1981 affermava che “i partiti erano diventati macchine di potere e di clientela…sentimenti e passione civile, zero!”
La novità, oggi come allora doveva, e, oggi più di allora, deve essere la lotta contro i privilegi, quelli che non ci consentono di essere uguali davanti alla legge. Quelli che fanno di noi cittadini attori di serie B nei confronti di chi sentendosi di serie A, si sottrae alla naturale legislazione garantista
Berlinguer sulla questione morale continuava così  affermando…”quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora (oggi, direi , quelli che fortunatamente hanno ancora un lavoro), ci vuole un gran consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”.
La sordità della politica è ormai inguaribile  e ha alimentato anche quella del popolo, abituato, aihmè a qualunque scenario criminoso e criminale, ormai  modus operandi della vita di tutti i giorni.

Nadia Pugi

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