LETTERA APERTA AI RICCHI E STRARICCHI, IN PARTICOLARE A TUTTI GLI INFLUENCER
Gentili Signori, rivolgermi a voi come semplice cittadino che, per circostanze e soprattutto per convinzione etica è nullatenente e per nulla venale, mi “impone” il dovere non di entrare in merito a quanto possedete per scelta o per eredità, ma piuttosto per invitarvi a riflettere sul fatto che molti di voi ostentano pubblicamente (non sottraendosi ai riflettori) quanto possiedono in ricchezza: denaro e patrimoni vari, oltre magari a rincorrere costantemente l’incremento della stessa. Sappiamo tutti che la ricchezza materiale d’ogni specie è sempre esistita in tutti i ceti e in in tutte le generazioni e, per una questione di delicatezza, qui vorrei escludere coloro che si sono arricchiti e si arricchiscono con mezzi non leciti sia nei confronti del prossimo che della Legge. Ma soffermandomi su voi che già possedete di tutto e di più in modo ufficialmente lecito e di diritto, il mio pensiero in parallelo corre verso coloro che non sono ricchi nel senso comunemente inteso, soprattutto verso coloro che vivono all’estremo della povertà (in Italia risultano essere circa 5-6 milioni), e ora si aggiungano tutti quelli che in questi ultimi tempi hanno subito un sensibile “indebolimento” delle proprie già modeste risorse in quanto colpite dalle ripetute calamità naturali, oltre a qualche altra disgrazia di varia natura non meno consistente dal punto di vista della entità. Ecco, cari Signori, connazionali e non, che la dicotomia materialistica è sempre più ampia, anche se c’é ragione di credere che parte di voi (più o meno ufficialmente) possiede qualche margine di generosità verso i propri simili più bisognosi. A questo proposito vorrei rivolgermi in particolare ai cosiddetti “influencer”, della prima e dell’ultima ora, e che soprattutto in questi ultimi anni sono tanto presenti con le loro iniziative tanto da attirare l’attenzione dei mass media…, anche per il fatto che taluni di voi possessori di determinate somme di denaro vi avvalete dei suddetti per far pervenire la vostra generosità a destinazione… Ma purtroppo, come informa la cronaca, anche se solo alcuni, si sono verificate gestioni operative di munificenza non proprio trasparente ed ancor meno dal punto di vista etico. Con questa mia missiva pubblica non intendo “denigrare” o incolpare alcuno per il solo fatto che possiede cotanta ricchezza, ma se quanti di voi intendono manifestare la propria generosità, sarebbe più razionale e priva di “incidenti di percorso”, se fosse elargita da voi stessi (ossia da vostre mani) direttamente ai destinatari; un modo inattaccabile da ogni punto di vista tanto che, a mio modesto avviso, tale modus operandi vi appagherà ulteriormente e, la eventuale gratitudine da parte del beneficiato, sarà il vostro massimo ristoro! Un ristoro che per certi versi vi farà sentire “meno ricchi” ma non per questo rinunciatari ai vostri averi.
La vera ricchezza del “favorito” dalla sorte o dai propri meriti merita comunque rispetto, ma al tempo stesso non si perda mai di vista che i meno fortunati spesso non hanno colpa, mentre altri (davvero pochissimi) hanno scelto di esserlo. A coronamento di tutto ciò e, in caso di qualche “incertezza”, si rammenti il gesto di San Martino che per solidarietà e generosità tagliò in due il suo mantello con la spada e ne condivise una metà con il mendicante. Un’ultima osservazione vorrei rivolgerla agli arricchiti cosiddetti improvvisati, ossia baciati dalla fortuna che, divenuti improvvisamente ricchi, spesso dimenticano le proprie origini e come si fa ad arrivare a fine mese da poveri: un corto di memoria che, in non pochi casi, lo sperpero del denaro per l’euforia e l’egoismo in breve tempo li ha fatti tornare alla povertà, e magari con non poche conseguenze. In buona sostanza, a tutti voi ricchi del passato, del presente e del futuro, rammento il valore della modestia e dell’umiltà dimenticando di essere ricchi: uniche prerogative per una ricchezza di ben altra natura!
Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)