Lettera aperta di un uomo ombra a Gesù per la Pasqua 2012
Credo che la pena dovrebbe essere amore e non pena (Un uomo Ombra).
Gesù, sono ancora io, il Senza Dio, quello dell’altra volta, scusa se ti rompo le palle anche per la Pasqua di quest’anno, ma non so con chi parlare.
E a volte bisogna provare a fare qualcosa, qualsiasi cosa, anche quello di parlare con un Dio che non credi che esista.
Gesù, con la pena dell’ergastolo ostativo questa società dimostra di essere peggiore del criminale che condanna e sotto un certo punto di vista lo giustifica del male che ha fatto, perché come si può pretendere di migliorare una persona che sa che non uscirà più dal carcere?
Gesù, a forza di dire che gli ergastolani ostativi sono uomini ombra, oggi per tutto il giorno mi sono sentito un’ombra in una cella ed ho pensato che l’infelicità è l’unica cosa che mi è rimasta.
Gesù, devi sapere che il nostro è il mondo più triste e noioso dell’universo perché questa non è vita vera, ci assomiglia, ma non lo è, perché vivi senza esistere e pensi che tutto quello che un uomo ombra fa non sia reale.
Gesù, lo sai anche tu, il bene e il male convivono nell’uomo, sta alla società tirare fuori uno o l’altro, per questo molti criminali si sentono più buoni delle persone perbene.
Gesù, diventare “buoni” è bello, ma fa male, e non ti nascondo che ero più felice quando ero “cattivo”.
Gesù, non è giusto farci sopravvivere senza ammazzarci, non è questa la maniera di fare giustizia e, se i buoni sono così cattivi che preferiscono tenerci in vita murati vivi, pensaci tu a farci morire.
Gesù, se ho sbagliato perché mi hanno messo in carcere in un posto dove gli altri sbagliano più di me?
Gesù, sorrido spesso all’Assassino dei Sogni, il carcere come lo chiamo io, per farlo arrabbiare, ma soprattutto per nascondere le mie lacrime e per convincerlo a lasciare un po’ di sogni al mio cuore.
Gesù, qui all’inferno le giornate passano veloci, ma le notti non trascorrono mai e adesso ti lascio perché tu devi resuscitare mentre io sono condannato a continuare a morire rimanendo vivo.
Gesù, il mio cuore ti abbraccia, anche se non te lo meriti per avere creato degli uomini così “buoni” che ci uccidono senza avere la compassione di ammazzarci.
Gesù, ci sentiamo la prossima Pasqua, io non so dove tu sarai fra un anno, spero che non sarai più in croce, ma io invece ti assicuro che sarò dove sono adesso.
Sarò sempre qui, in questa cella, per il resto dei miei giorni, la cella numero 154.
Carmelo Musumeci
Carcere di Spoleto, aprile 2012