LIBERO COMMENTO A QUANTO ESPRESSO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Dall’incontro a Roma di fronte a mille studenti per rispondere alle loro domande sul Suo ruolo istituzionale

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Forse, anzi sicuramente, essere al comando di un Paese non è facile in quanto comporta conoscenza e responsabilità. Se poi un Stato come il nostro per il suo andamento è costituito da un Parlamento (Camera e Senato) rappresentato da 600 persone, più meno titolate, c’è da dire che l’impegno nel studiare ed emanare Leggi, che solitamente il Presidente della Repubblica approva e firma, talvolta la loro applicazione diventa ardua sia perché le Leggi emanate hanno subìto un iter sofferto (politici al potere e politici all’opposizione), e sia perché ai fini della applicazione e/o applicabilità spesso la “libera” interpretazione e la burocrazia fungono da ostacolo. Il Presidente Mattarella, intervenuto il 14 novembre scorso a Roma per i 25 anni del Progetto “Il Quotidiano in Classe”, ha accolto mille studenti e risposto loro ad alcune domande precisando, come si evince dai quotidiani e dai TG nazionali, che «il ruolo del Presidente della Repubblica non è sempre facile: è come un arbitro che deve far rispettare le regole a tutti. Ciascun potere dello Stato e ciascun Organo dello stesso, deve sapere che ha dei limiti che deve rispettare perché i poteri dello Stato e le funzioni dei vari Organismi, non sono forti e contrapposti che cercano di strappare il territorio gli uni agli altri». Il Capo dello Stato, avvalendosi di qualche metafora come quella dell’arbitro, ha voluto ricordare che essere arbitro significa sollecitare il rispetto delle regole da parte di tutti gli Organi costituzionali, includendo i limiti delle attribuzioni e delle sfere in cui operano: potere esecutivo, legislativo e giudiziario. Queste e altre considerazioni facendo emergere la democraticità e quindi i valori Costituzionali, sia pur in presenza dei molti eventi di cui è investito il Paese come la tanto discussa intelligenza artificiale che (forse, n.d.a.) aiuta in ogni campo, ma è indubbio che serve cautela e ponderatezza. Personalmente non ero presente alla sua audizione pubblica, perciò non ho potuto sentire quali domande gli sono state rivolte, ma nel rilevare le sue affermazioni dai vari mass media, mi limito ad interpretare e soprattutto a commentare quanto affermato e inteso. Anzitutto sarebbe interessante sapere, come ripeto da sempre, perché non viene spiegato ai cittadini come devono comportarsi quando una Legge essendo attiva non viene rispettata, come ad esempio quella relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche, oppure con quale criterio vengono stabiliti gli importi stipendiali dei dipendenti delle P.A., come quelli dei tutori dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco che notoriamente sono assai modesti; oppure con quale criterio viene stabilito il minimissimo reddito per fruire in sede processuale del gratuito patrocinio per la difesa d’ufficio. E tante altre norme e Leggi attive ma disattese.

Certo, il ruolo del Capo dello Stato non è da invidiare, ma al tempo stesso se lo si accetta credo che i cittadini possano pretendere il rispetto di tutti gli articoli della Costituzione (sia pur con qualche tolleranza), giacché Egli, si dice, ne è il garante. Come ho scritto alcuni anni fa al Presidente della Repubblica ponendo alcuni quesiti interpretativi, non ebbi riscontro agli stessi se non una laconica missiva della Sua Segreteria presidenziale, che si limitava ad informarmi di aver ricevuto la mia corrispondenza… quindi, praticamente inevasa! Ora, che da buon cittadino (per etica non ho usato l’iniziale maiuscola pur avendone il diritto), da anni continuo a leggere e rileggere la Costituzione, ma non riesco a comprendere come non si possa mettere in pratica alcuni articoli della stessa, vedasi ad esempio gli artt. 3 e 32, e ciò nonostante, come ha ribadito il Presidente: «La nostra democrazia vive di regole che non devono essere violate»; ma a me sembra che il non riuscire a far rispettare determinati articoli della Costituzione non si possa parlare di concreta democrazia basata sui diritti, e il mio spirito critico ben lungi dall’allinearsi al conformismo! È desolante fare queste constatazioni in merito alle quali avrei voluto essere presente insieme agli studenti da Lui ospitati; ma sono certo che il mio volerGli fare alcune domande in proposito le stesse sarebbero state filtrate… E se così si fosse eventualmente verificato la trasparenza a mio dire è un “optional”, come la missiva di cui sopra senza esito concreto.

Va da sé che il mio rispetto per la Persona del prof. Sergio Mattarella non si discute; diversamente invece, è mio diritto avere qualche remora sul ruolo da Lui assunto, pur comprendendo problemi e difficoltà che esso comporta. In buona sostanza, lungi da me l’essere una sorta di “giudice”, ma credo che non basta trasmettere valori (sacrosanti) con esposizione dotta e diplomatica, e sia pur dettata dal cuore e con grande sentimento patriottico se non sono seguiti dalla messa in pratica… E a questo riguardo, vorrei esprimere ulteriore preoccupazione sulla carenza di tutela della incolumità dei cittadini a fronte del dilagare della criminalità (che si riesce a contenere con grande difficoltà ma non a prevenire), come pure degli inarrestabili infortuni mortali sul posto di lavoro, il diritto alla sanità non garantito a tutti come da Legge, la costante permanenza di migliaia di detenuti innocenti. Ed altre preoccupazioni ancora. Anch’io come tanti altri, sono un comunicatore sociale, etico e responsabile, che fa della buona ed utile informazione (in quanto anche propositivo) non avendo mai ricevuto alcun feedback negativo (anzi), eppure mi ritrovo a tutt’oggi insoddisfatto per la carenza di informazione-trasparenza istituzionale, come sopra descritto. Vogliano Iddio e il Presidente della Repubblica “comprendere” la mia spontaneità, frutto della mia onestà intellettuale e del mio anticonformismo.

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