Licia Callari presenta “Lungo il filo di Arianna” a Palermo
Auditorium Rai Palermo
1 Febbraio 17.30
“Lungo il filo di Arianna” è il libro di Licia Callari sulle voci del mito al femminile che viene presentato venerdì 1 febbraio alle 17,30 all’Auditorium della Rai. Intervengono oltre all’autrice, ricercatrice presso l’Università di Palermo, anche tre altri docenti dell’ateneo palermitano: Alessandra Dino, Michele Cometa e Gioacchino Lavanco. Coordina Ottavio Navarra.
Qui di seguito e in allegato le informazioni essenziali sull’autrice e sul volume pubblicato da Navarra Editore .
Grazie sempre della vostra cortese attenzione
Biografia di Licia Callari
Licia Callari è ricercatrice all’Università di Palermo, dove insegna Teatro e drammaturgia. Studiosa del mondo classico, ha sviluppato l’interesse per ogni forma di spettacolo riguardante l’antichità e il teatro greco e latino,dedicando particolare attenzione alla continuità temporale del mito e alla sua universalità. Tra le sue pubblicazioni:
La cena come spettacolo e lo spettacolo come cena nel Satyricon di Petronio (1995).Donne di spettacolo nella Roma antica (2001). Il rito arcaico: interpreti, spettacolarità e spettacolarizzazione (2004). Tempu erat tempus est- Un’epica del quotidiano (2005).Il diritto alla sepoltura e il lutto delle madri dalle Supplici di Euripide(2011).Coscienza e potere. Narrazioni attraverso il mito. Scritto in collaborazione con Alessandra Dino (2009). Liberi di scegliere. Due racconti teatrali (2011).
Sinossi del libro
Le varianti del mito che hanno Arianna come protagonista sono molte e tutte cariche di significato. In questo lavoro Licia A. Callari narra una storia che in realtà ne esplicita molteplici, “attraverso l’ausilio di una metafora celeste” è un racconto fantastico in cui Arianna, ma anche Gea, Pandora, Penelope, Andromaca, Elena, Alcesti, Ippolita e Medea sono le voci di questi nuovi monologhi intensi,che costituiscono insieme un unico percorso ideale,scandito dalle fasi della nascita,l’attesa, l’abbandono,fino al raggiungimento dell’immortalità.
La forma del monologo consente di “dare vita” al travaglio dell’animo femminile che, attraverso un processo di consapevolezza, rende reali situazioni visuute nella dimensione fantastica del mito.