L’integrazione razziale in Italia. Il caso di Prato
Prato negli ultimi anni sta diventando sempre più una città dove l’integrazione razziale è vissuta in modo positivo e sempre più attento. Le varie comunità straniere che vivono nella cittadina toscana sono le più svariate, anche se la popolazione cinese è la più ampia. Qui di seguito vedrete nello specifico ciò che avviene nella città in termini di integrazione razziale.
Il 17 Gennaio 2011 a Prato, il Consiglio straordinario sull’immigrazione, sicurezza e ordine pubblico ha analizzato il contesto territoriale all’interno del quale vivono i cittadini italiani in concomitanza alla popolazione straniera.
Dai dati relativi all’anno 2010 a noi pervenuti è emerso che nella superficie territoriale del Comune di Prato (97,56 kmq) vi è una popolazione residente totale di 188.011 abitanti, con un numero di stranieri pari a 28.402, cioè il 15,1% della totalità. Di questi 28.402 stranieri, 11.882 sono i cinesi, che rappresentano il gruppo più ampio e inserito nella comunità pratese. A seguire ci sono gli Albanesi con 4.646 residenti, poi i Romeni (2.806), seguono i Pakistani con 1.957 residenti e infine i Marocchini con 1.540 presenze. Il restante 19,6% (pari a 5.571 residenti) è composto da stranieri di diverse provenienze. Tante presenze “estranee” che dovrebbero arricchire il mercato della città.
Il Comune di Prato offre dei servizi per questi cittadini che sono abbastanza specifici.
Prima di tutto gli sportelli al cittadino che hanno come obiettivi primari l’accoglienza e il front office, la mediazione linguistica/culturale (8 lingue), la preistruttoria di pratiche titoli soggiorno, i ricongiungimenti, i certificati idoneità alloggio, la preistruttoria di residenze e dichiarazioni sulla presenza di cittadini Comunitari, le consulenze di II livello.
Fra le varie tipologie di “sportello” c’è Lo sportello polifunzionale e lo Sportello di mediazione.
Ci sono dei veri e propri progetti che sono rivolti agli stranieri: Servizi scolastici, Corsi di lingua italiana e cinese, Interazione e coordinamento con le istituzioni, Progetti interculturali.
Da alcune recenti ricerche sul Comune di Prato è emerso che la maggior parte della popolazione straniera frequenta i servizi pubblici e dialoga con le istituzioni (l’ampio quadro dei servizi dedicati ai migranti offerti dal Comune di Prato ha costituito un importante canale di acquisizioni di informazioni e dati per l’ente locale ed è stato altresì strumento essenziale per facilitare l’avvicinamento alle istituzioni, supportare l’inclusione sociale e promuovere un sentimento di appartenenza alla comunità). Siamo di fronte, quindi, ad un servizio che cerca in tutti i modi di dare la possibilità al cittadino straniero di sentirsi a “casa sua”.
Molti cittadini stranieri risiedono a Prato da tempo e vogliono stabilirsi definitivamente, ambiscono al voto amministrativo e a partecipare attivamente alla vita cittadina.
Il Lavoro, quindi, ha un ruolo fondamentale in questo caso. Lavorare perciò per l’affermazione di diritti e doveri di cittadinanza è una scommessa essenziale per lo sviluppo e la tenuta sociale della città, capace di valorizzare le risorse di tutti i suoi abitanti e di evitare l’insorgere di gravi conflitti sociali.
Siamo molto contenti che una città italiana possa garantire il quieto vivere tra i cittadini italiani e i residenti stranieri. Sembra che il lavoro sia il filo conduttore tra i vari gruppi e per fortuna le istituzioni sostengono la totalità della popolazione in egual modo, in base ai loro bisogni.
Ma sarà vero che esiste una vera integrazione razziale a Prato come in altre città italiane? Le istituzioni ci provano, ma a volte il problema sta nel mercato che vede sfruttati i nostri “ospiti” e nello stesso tempo i cittadini italiani. Purtroppo molte aziende assumono gli stranieri piuttosto che gli italiani perché posso permettersi di pagarli molto meno.
Sarà davvero questa l’integrazione razziale di cui tanto si parla?
Giusy Chiello
Redattrice -giusy.chiello@ilmiogiornale.org
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