LO “SPETTRO” DELLA POLIOMIELITE È RICOMPARSO A LONDRA

Nessun caso infetto ma il Servizio sanitario britannico ha predisposto il richiamo della vaccinazione ai bambini da 1 a 9 anni

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

Quanto merito dobbiamo riconoscere a quegli scienziati che gran parte della loro esistenza hanno dedicato alla ricerca, sia per la prevenzione che per la cura di molte malattie! Ma nonostante i loro sforzi e in diversi casi con i benefici risultati, alcune di queste tendono a ricomparire, sia a causa dell’incuria dell’uomo e sia per quelli che possiamo definire gli “effetti” della Natura… o forse perché è destino. È il caso della poliomielite (nella foto di copertina il virus al microscopio), malattia infettiva e contagiosa debellata quasi in tutto il mondo tra la fine degli anni ‘70 e i primi anni ’80, il cui virus è stato individuato recentemente a Londra nelle acque di scarico di otto Distretti, ma nessun bambino e né adulto si è ammalato; tuttavia è certo che il virus sta circolando, e per questo le autorità sanitarie britanniche hanno annunciato che offriranno una dose di richiamo contro la poliomielite ai bambini da 1 a 9 anni della capitale inglese. Secondo l’Oms solo un’infezione da polio su 200 porta alla paralisi, mentre la maggior parte delle persone non mostra alcun sintomo. Questo garantirà un notevole livello di protezione dalla paralisi e contribuirà a ridurre l’ulteriore diffusione: la maggior parte delle persone nel Regno Unito viene vaccinata contro la polio durante l’infanzia, e l’Agenzia per la sicurezza sanitaria britannica (UKHSA), ha dichiarato che il rischio per la popolazione in generale è assai modesto. Inoltre la stessa Ukhsa sta lavorando a stretto contatto con le autorità sanitarie degli Stati Uniti e di Israele, e con l’Oms per indagare sui legami tra i virus della polio rilevati in questi due Paesi. Interpellato dal Tg5, il prof. Nicola Petrosillo, infettivologo al Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma, ha dichiarato: «Nessun caso di polio si è verificato a Londra, ma il virus è stato trovato in ben 120 campioni di acque di scarico di Londra. Bisogna fare qualcosa, occorrono misure urgenti per evitare la diffusione del virus. Inoltre, questo non è il virus selvaggio degli anni ’50, questo è il virus che proviene dal vaccino con virus polio vivente apparso in alcuni Paesi africani e asiatici, ma non più in Europa e negli Stati Uniti. Probabilmente proviene da viaggiatori internazionali di quei Paesi». Per quanto riguarda l’Italia il cattedratico ha precisato che non c’è nessun allarme a riguardo. È disponibile la vaccinazione antipolio che funziona con un vaccino per via intramuscolare in tre dosi al primo anno di età e poi un richiamo a 6-12 anni, con esito più che soddisfacente, a patto che questi richiami vengano fatti regolarmente.

Ma è il caso di ricordare che in particolare da alcuni anni sono presenti focolai in Pakistan, Afghanistan e Nigeria, le cui cause sono riconducibili anche a diversi fattori come la scarsa igiene e la non cultura… oltre a pregiudizi su basi religiose, e la cui situazione endemica rappresenta un’emergenza sanitaria. È comunque doveroso ricordare gli autori che si sono dedicati alla realizzazione del (rispettivo) vaccino: il prof. Albert B. Sabin (1906-1993) e il prof. E. Jonas Salk (1914-1995), (nella foto), due pionieri che non hanno voluto brevettare la propria scoperta, in particolare Sabin che più volte ha dichiarato di voler farne un dono a tutti i bambini del mondo. Ora, con il riapparire di questi casi isolati, è bene non abbassare la guardia, se non si vuole tornare all’epoca epidemica che ha sconvolto molti Paesi nel mondo, e se non si vuol vanificare l’opera dei due scienziati che, a mio modesto avviso, sono da considerarsi tra i pochi esempi di totale dedizione all’umanità.

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