Lucca: inaugurato il decimo anno accademico di Fondazione Campus
All’azienda Planet Hotel il riconoscimento Campus Award 2013
Il turismo che verrà
Grande partecipazione all’inaugurazione del decimo anno accademico di Fondazione Campus
Turismo come fenomeno economico, di comunicazione, di dialogo interculturale, profondamente connesso al modus vivendi di una terra e strumento di visione strategica del futuro: il turismo che verrà.
Questi i temi affrontati stamani (martedì 19 marzo) nell’auditorium di San Romano (Lucca), all’affollata cerimonia di inaugurazione del decimo anno accademico di Fondazione Campus, che organizza corsi di laurea in turismo in collaborazione con FLAFR (Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca) e le Università di Pavia, Pisa e della Svizzera Italiana di Lugano.
Dopo i saluti del sindaco Alessandro Tambellini, del presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli e del presidente FLAFR Arturo Lattanzi, il presidente di Fondazione Campus Salvatore Veca (nella foto di Luigi Casentini) ha ripercorso le tappe principali di questi primi 10 anni di vita. “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”. Queste le parole, prese in prestito ad Eleanor Roosevelt, attorno alle quali si è dipanato l’intervento del direttore di Fondazione Campus, Paola Pardini, che ha anche consegnato il Campus Award 2013. “Si tratta – ha spiegato – di un riconoscimento ad un attore del mondo campus – studente, docente, azienda – che condivide con noi i valori della formazione in ambito turistico. Quest’anno il premio va a Planet Hotel Group Resorts and Hotels, con strutture ricettive di lusso in Italia, Kenia e Maldive, per l’elevato valore formativo degli stage offerti, tutti trasformati in opportunità di lavoro, e per l’unanime apprezzamento verso professionalità e garbo di dirigenti e operatori del gruppo”. Ha ritirato il premio Francesco Agostini, general manager di Planet Hotel, struttura di Cortona (nella foto di Luigi Casentini).
“In ambito turistico, un secolo fa eravamo il primo paese del mondo, oggi il sesto – ha detto nella sua prolusione Philippe Daverio (nella foto di Luigi Casentini) -. Non perché siamo retrocessi, come invece in molte altri ambiti, ma perché il meccanismo del turismo ha avuto una tale esplosione numerica che il rapporto con le terre che si vanno a visitare è cambiato. Per l’Italia, possiamo immaginare un futuro di turismo lento e iperprivilegiato. Il nostro Paese ha un destino pedagogico, al di là dei movimenti politici recenti che sembrano negarlo, per insegnare a vivere bene, dall’abito al cibo, all’abitare l’ambiente”.