Ma davvero i costi della crisi la devono pagare i disabili e i poveri?

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera del Movimento Rinnovamento Democratico:


Al Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Al Presidente del consiglio Prof.Monti

Al Ministro del welfare Elsa Fornero

Ai Signori Deputati e Senatori

Ai segretari dei partiti

Ai Segretari delle organizzazioni sindacali

Agli Organi di stampa

OGGETTO:       Ma davvero i costi della crisi la devono pagare i disabili e i poveri?

Illustrissimo Signor Presidente Giorgio Napolitano,

Illustrissimi,

sappiamo che il Governo si appresta ad affrontare la riforma del welfare e del fisco e che  i disabili e le loro famiglie potrebbero essere colpiti duramente al punto di riportare le loro condizioni di vita indietro di decenni, cancellando diritti civili e conquiste che il mondo ci invidia e   vanificando la Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone disabili ormai legge dello Stato e altre sulla disabilità che tutti ci riconoscono come vero esempio di civiltà nel mondo.

La lotta ai falsi invalidi si è trasformata in una campagna mediatica che ha danneggiato di fatto i veri disabili dipingendoli come fannulloni, soggetti improduttivi, bugiardi alla pinocchio, nascondendo la verità agli italiani che i falsi disabili sono, invece,  il frutto  della corruzione e della infima etica professionale di medici compiacenti, primi fra tutti quelli che dovevano tutelare le associazioni con la loro presenza nelle commissioni di accertamento.

Noi chiediamo che la indennità di accompagnamento continui ad essere riconosciuta al solo titolo della minorazione e considerata diritto inviolabile, dato che essa viene concessa perché lo Stato ammette di non poter far fronte a tutti i servizi di cui la persona con disabilità ha bisogno e perché riconosce che essa e la sua famiglia, a causa della disabilità,  per soddisfare i bisogni quotidiani sopportano costi economici non determinabili e comunque più degli altri.

Chiediamo che siano concessi ai Comuni risorse per le politiche sociali e per la non autosufficienza per garantire i servizi alla persona, l’assistenza domiciliare, i centri residenziali, i servizi per la vita indipendente, per l’accessibilità, per la mobilità, per il diritto allo studio e al lavoro.

Chiediamo che nella  rimodulazione dell’ISEE dal computo vengano esclusi l’assegno sociale, le pensioni di invalidità e di cieco civile, l’assegno di cura, l’indennità di accompagnamento.

Ecco, secondo noi,  da dove attingere i fondi per il risanamento

  1. La casta dei politici costa 25 miliardi di euro l’anno;
  2. la evasione fiscale costa 120 miliardi di euro l’anno;
  3. la corruzione costa 60 miliardi di euro l’anno
  4. gli incidenti del lavoro (con 3 morti al giorno) costa 43 miliardi di euro l’anno
  5. la contraffazione commerciale costa complessivamente 25 miliardi di euro l’anno
  6. i crac finanziari (in 10 anni) sono costati 54 miliardi di euro;
  7. i Comuni e gli Enti locali sono indebitati per 62 miliardi di euro;
  8. dissesto idrogeologico per un costo totale di 20 miliardi di euro;
  9. eco mafie  per un costo di altre decine di miliardi di euro;
  10. la mafia fattura per altri 135 miliardi di euro.

11. annullamento commessa degli aerei f35 per un costo di circa 15 miliardi di euro
12. rimborsi elettorali ai partiti per oltre 503 milioni di euro

13. ore di volo su aerei di Stato per 5900 sotto il precedente governo

14. il PIL oggi è al 51%

15. Il vitalizio per gli ex parlamentari ammontano a 198 milioni di euro.
A questo vanno aggiunti i possessori di grandi patrimoni, i detentori di pensioni e liquidazioni d’oro, eccetera.

Quindi è proprio dai disabili che sono i più bisognosi, i più poveri e i più deboli che si intende far cassa? E’ proprio su di loro che si deve intervenire pesantemente per risanare l’economia del Paese?

Noi speriamo nel vostro senso di responsabilità, nella vostra sensibilità umana, nel vostro senso dell’equità.

Nella speranza di non dover essere costretti a forme di lotta continua e massacranti e di non portare anche chi di noi è in barella davanti ai vostri palazzi, nella speranza di non dover presentare al resto del mondo un alto esempio di inciviltà e iniquità frutto di una spietata manovra di risanamento economico a carico di chi già paga, una, due, tre volte più degli altri per le condizioni di disabile e per essere meno fortunati di voi, per ora rimaniamo in vigilante attesa.

Bari,   09/01/2012

IL COORDINATORE NAZIONALE

Prof. Michele Lastilla

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