Maledetto per sempre: la vita non è che una lunga morte
Riceviamo e pubblichiamo:
Gli uomini ombra che si aggrappano alla speranza smettono di vivere prima del tempo (“L’urlo di un uomo ombra” di Carmelo Musumeci -Edizioni Smasher).
In nome del popolo italiano sono stato condannato a una condanna perpetua.
Questa pena fino alla fine della vita è un castigo inumano e poco degno di una nazione civile perché trasforma un uomo in un morto che vive.
I primi anni di galera cercavo di vivere perché avevo fiducia in me stesso, ora non né ho più.
E cerco solo di sopravvivere, perché da pochi giorni sono entrato nel ventitreesimo anno di carcere.
Devo ammettere che per me è sempre più difficile vivere per nulla e di nulla.
Ci sono delle notti che mi sembra che vivo solo per fare dispetto a me stesso perché sento che questo corpo che porto addosso non mi apparterrà più fino alla fine della mia vita, e rimarrà, fino all’ultimo dei miei giorni, di proprietà dell’Assassino dei Sogni (il carcere nel gergo carcerario).
Anche oggi pensavo che non ho più nessun motivo per vivere. E forse continuo a respirare solo perché non ho abbastanza coraggio per morire.
La pena dell’ergastolo ostativo a qualsiasi beneficio ti condanna a essere sepolto vivo e a essere perduto per sempre, senza speranza.
Tutto quello che esiste nel mondo e nell’universo può essere misurato, pesato e contato, ma nessuno, a parte Dio, può farlo con una condanna perpetua, perché questa è una pena del diavolo e non ha nulla di umano.
Da ventitré anni lotto contro di tutto e contro ogni speranza, ma non riesco a migliorare la mia posizione di un millimetro.
Non riesco neppure a ottenere una semplice declassificazione per un regime carcerario meno duro.
Fuori non hai tempo per guardare la vita negli occhi, invece dentro ne hai troppo.
E penso che forse molti uomini ombra vivono solo per vendicarsi con loro stessi, perché non ha nessun senso continuare a scontare una pena che non finirà mai e che forse sopravvivrà alla nostra morte.
Normalmente non mi piace scrivere frasi, come fanno tanti prigionieri, nelle pareti delle celle, questa notte, però, nel muro accanto alla mia branda ho scritto:
“La vita, per un uomo ombra, non è che una lunga morte”
per ricordarmi ogni sera quando vado a letto che sto morendo senza vivere, ogni giorno un po’ di più.
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova, dicembre 2013
Signor Musumeci, spero che queste poche righe Le possano giungere affinché con esse possa accogliere il mio pensiero di un Uomo come Lei. Comprendendo la Sua esperienza spero di essere di “conforto” se non altro perché sostengo che la dignità è insita nell’Essere sin dalla sua nascita e lo accompagna sino alla fine dei suoi giorni. L’avergliela alienata, a mio avviso, rende meno degno colui o coloro che si sono attivati in tal senso. Perciò nessuno può elevarsi a “giudice” di fronte a Dio e, il perpetuare una restrizione senza lasciar intravedere una sia pure tenue luce in fondo al buio, è una ulteriore condanna per tutti coloro che…! Ernesto Bodini (giornalista e volontario nel sociale). P.S. Scriva ancora su queste pagine e Le risponderò.