Travaglio al teatro Corsini di Barberino di Mugello: Un “Promemoria” per ricordare l’attualità

 

 

Curioso, quando ho detto di aver partecipato allo spettacolo creato da Marco Travaglio, qualcuno mi ha immediatamente replicato che l’ultima notizia che ha investito il Cavaliere gli avrebbe concesso altro materiale di lavoro e se già durante lo spettacolo Promemoria ne avesse fatto uso. La mia risposta non si è fatta attendere e ho pensato corretto sottolinearla anche attraverso questo spazio. No. Travaglio non ha parlato dell’ultimo gossip che avrebbe reso il suo toccante resoconto di memorandum storico meno serio e offensivo anche verso coloro i quali sedevano di fronte al palco. Chi ha partecipato il 29 Ottobre 2010 allo spettacolo di Marco Travaglio senza conoscere l’articolazione dell’agenda forse si aspettava un affondo totale e una serie di contumelie al personaggio che occupa la Ns informazione politica quotidianamente. In realtà lo spettacolo ideato da Marco Travaglio è decollato un anno fa e si snoda in 6 moduli temporali coinvolgendo l’intero mondo politico:

I )1992-1993 Tangentopoli

II )Tangentopoli non solo a Milano

III )1993 Milano Palermo Riina in galera e Mangano fa lo stalliere

IV )1994-1996 Silvio Berlusconi e il governo vergogna

V )1996-2001 La sinistra dell’inciucio e le leggi ad personas

VI )2001-2006 5 Anni di regime

VII )2006-2007 Ritorno del Centrosinistra

Epilogo..i Giorni nostri

Marco Travaglio si è presentato alla platea di un teatro Corsini in Barberino di Mugello gremita di persone che lo hanno seguito rapite dal suo linguaggio e dalla quantittà di notizie che ha saputo elaborare in forma sintetica ma specifica al contempo. L’unica spettacolarizzazione a cui ho assistito è stato lo stesso Marco Travaglio, l’incisività dell’argomentazione, molto complicata e che è riuscito a rendere fluida, sopportabile e comprensibile nelle tre ore che lo hanno visto al centro dell’attenzione di un pubblico affamato di storia politica. Dall’epoca stragista di Palermo , in cui Giovanni Falcone con la moglie e Paolo Borsellino e le loro scorte, furono uccisi dilaniati dalle bombe; alle tangenti sfociate nell’ormai famoso “mani pulite” di cui si fece portatore Antonio Di Pietro, per giungere al governo “vergogna” . Il pubblico in sala di fronte all’assurdità degli eventi accaduti non ha potuto che accogliere la conoscenza di fatti e parole di particolari soggetti, quelli su  Dell’Utri più di Silvio Berlusconi, con delle risate, ovviamente i racconti appaiono all’uditore così ridicoli che sembrano di pura invenzione e ci si chiede se siano notizie vere o barzellette. Il Dell’Utri che viene invitato più volte da Mangano a compleanni di mafiosi e matrimoni di persone appartenenti alla mafia, sostiene davanti ai magistrati che non poteva rifiutare gli inviti perché era terrorizzato dal Mangano, il quale aveva fatto un attentato a casa di Silvio Berlusconi, e allora tutti noi in sala ci siamo immaginati, su suggerimento di Travaglio, il Dell’Utri alla tavolata di mafiosi, con in alto i flutes per festeggiare e lui da una parte della tavolata senza proferire parola. Veramente esilarante. Siamo poi sicuri che questi soggetti non dovessero fare i comici piuttosto che i finti politici, dal momento che siamo nell’era in cui anche i comici salgono in politica? Non sarebbero sufficienti le pagine di un intero giornale per esporre gli argomenti trattati da Travaglio, vale la pena andare a sentire una lezione di storia di cui ciascuno di noi dovrebbe essere custode e depositario proprio perché l’abbiamo vissuta e la stiamo vivendo ma la stiamo dimenticando.

Dorevmmo ricordare chi siamo e da dove proveniamo, spengere la tv e smettere di dare spazio alle trasmissioni del “nulla” puntare sui passaparola dei ricordi, un po’ come facevano e hanno fatto i nostri nonni per ricordare cos’era la storia vera raccontata da chi l’aveva vissuta in prima linea piuttosto che farci annacquare i ricordi e le idee di chi non sa, non conosce.

Era l’ora che qualcuno dedicasse un po’ di spazio anche a chi è stato il coautore dell’insabbiamento storico e della scomparsa definitiva della sinistra… un messaggio forte, costruttivo l’affondo sulla forza politica che avrebbe dovuto stare all’opposizione, (la sinistra dell’inciucio) e su D’Alema. Sono stata squassata nell’anima sentendo, infine, le voci di Falcone e Borsellino, per me esempi di vita coerente e timorosa di ciò in cui si crede. Ricordo che si definivano insieme anche a Rocco Chinnici, cadaveri che camminano, proprio perché lavoravano impavidi di fronte al pericolo senza che lo Stato si impegnasse seriamente a difenderli dagli attacchi esterni. Ancora oggi sentendo le voci sento una prostrazione senza eguali e rendo merito a Marco Travaglio di riportarli in vita con questo promemoria: una lezione di storia dei giorni nostri. Sono riuscita ad applaudire solamente alla fine dello spettacolo, proprio come premio dell’attività svolta da Marco Travaglio; le mie mani, durante l’esplorazione temporale dei fatti avvenuti in italia negli anni passati in rassegna, non sono riuscite a sfiorarsi, come non sono riuscita a sorridere davanti alla sdrammatizzazione, resa tuttavia necessaria, per la pesantezza dei personaggi coinvolti nella “ormai” storica e ci auguriamo irripetibile storia italiana.

Due parole su Marco Travaglio

Si laurea a Torino in Storia Contemporanea. Nel 1988 inizia la sua collaborazione con Indro Montanelli su “Il Giornale”. Nel 1994 segue Montanelli a “La Voce”, ma collabora anche con Sette, Il Messaggero, Repubblica, Il Giorno. Si occupa prevalentamente di cronaca giudiziaria legata alle questioni antimafia e corruzione. Nell’intervista con Daniele Luttazzi in Satyricon si definisce liberal montanelliano che ha trovato “asilo” nell’area di sinistra, ma non si identifica con questa area politica.

Nadia Pugi

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