MASSIMO CENTINI, UN ANTROPOLOGO A TUTTO TONDO
Profondo conoscitore dell’occulto e dell’arte letteraria in genere, ma anche un amico che “in silenzio” sa esistere nel momento del bisogno
di Ernesto Bodini (giornalista e biografo)
Ora che la pandemia si può ritenere in gran parte superata, un toccasana per lo spirito e la psiche (almeno per molti) può essere il ritorno o la continuità per i nostri interessi culturali. E ciò, non solo tornando a frequentare siti di intrattenimento quali fonti di cultura “visiva” (teatro, cinema, etc.), ma anche soprattutto attraverso la lettura e, garantisco, la possibilità di scelta a tema è vastissima e in gran parte il prezzo di copertina è per tutte le tasche. Quindi molti gli autori, noti e meno noti, ma tutti impegnati a trasmetterci lo “scibile” del loro sapere con proposte come romanzi, storia, scienza, arte, etc. Fra questi vorrei citare l’amico-scrittore Massimo Centini (classe 1955), un torinese veterano della letteratura tout court ma in particolare della Antropologia Culturale, che sino ad oggi ha fatto onore alla cultura piemontese e non solo… Centini, oltre che docente per la sua materia (in varie sedi come l’Università Popolare di Torino) è giornalista pubblicista ed esperto in critica letteraria e critica d’arte, discipline che mi hanno permesso di poterlo conoscere e acquisire alcune “finezze espressive”, senza dimenticare (da parte mia) il mio vate e critico d’arte e Ottocentista Vittorio Bottino (classe 1919), oggi scomparso. Anche per queste ragioni ritengo doveroso rammentare che la sua estesa produzione letteraria comprende molti titoli, che personalmente possiedo in gran parte. Tra questi mi piace citarne alcuni, ossia quelli che mi hanno “coinvolto” maggiormente in quanto più vicini, sia pur indirettamente, alle mie tematiche sociali e scientifiche in senso lato. “Archeologia della Resurrezione. Indagine storica sulla Passione di Cristo” (Ed. Piemonte in Bancarella, 1988); “I grandi veri miracoli. Le guarigioni miracolose. Le apparizioni” (Ed. De Vecchi 1999); “La Sindrome di Prometeo. L’uomo crea l’uomo: dalla mitologia alle biotecnologie”, (Ed. Xenia, 1999); “Fisiognomica. Nei segni del volto i destini dell’uomo” (Ed. Red, 2002), “Indagine sullo smemorato di Collegno”, di AA.VV. (Ed. Ananke, 2004). Recentissima, invece, la pubblicazione “Torino città magica: esoterismo, diavolo, leggenda, mito, mistero” (Ed. Priuli & Verlucca, 2024); si tratta, come si legge in quarta di copertina, di «una lunga ricerca (come del resto per tutte le sue opere, peraltro sempre rigorosamente arricchite di copiosa bibliografia), che pone in luce la connessione tra Torino e un mondo dell’occulto che ha trasformato la città in un’icona di certo poco edificante ma divenuta, malgrado l’effettiva realtà dei fatti, uno stereotipo…».
Infine vorrei rammentare un lavoro editoriale (datato ma ancora richiesto), in collaborazione con vari autori (fra cui chi scrive), coordinato da Massimo Centini che reca il titolo “I segreti di Torino sotterranea. Alla scoperta del lato oscuri della città” (Ed.Piemonte in Bancarella, 2009); un lavoro ricco di capitoli meticolosamente approfonditi e che ha avuto un discreto successo, tanto da rammentare che nel 2001 lo stesso editore aveva pubblicato
“I misteri del Piemonte sotterraneo”, due ricerche sinergiche che hanno affascinato lettori non solo torinesi e piemontesi, ma anche lettori e curiosi provenienti da altre località. Quest’ultimo lavoro è stato curato dallo storico torinese Mauro Minola, con la collaborazione dello stesso Centini e di altri autori. Brevi citazioni, ma dal canto mio doverose, appunto, attraverso le quali ho potuto “entrare” in un contesto culturale sino ad allora a me poco conosciuto, e sapere che un scrittore prolifico che della Antropologia Culturale ne ha fatto e ne fa una filosofia di vita, e di relazioni umane, mi rende pago e, in qualche modo anche debitore… per avermi insegnato che cultura, scienza e mistero possono essere un tutt’uno.