Mesotelioma: nuova tecnica per individuare i geni responsabili

radiografia di una persona con mesotelioma polmonare

Dall’Università subalpina sensibili passi avanti nel trattamento del mesotelioma

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

ingresso dell'ospedale San Luigi Gonzaga di OrbassanoLenti ma costanti i progressi della ricerca per la terapia del mesotelioma, il “famigerato” tumore dei polmoni, a tutt’oggi ad esito letale. Ma è di questi giorni la notizia di una nuova tecnica sperimentata con successo dall’équipe del prof. Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento di Oncologia all’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (To), per individuare i geni responsabili del tumore provocato dalla inalazione di fibre di asbesto. «Circa tre anni fa – ha dichiarato il cattedratico ai mass media – abbiamo cominciato ad orientarci prevalentemente sulla impostazione terapeutica del tumore polmonare, non variando nel presente nulla, ma soprattutto impostando una nuova linea di ricerca puntando in particolare alla possibilità che esistano alterazioni nei geni in pazienti affetti da mesotelioma. Abbiamo individuato che esiste nella maggior parte dei pazienti una bassa frequenza di mutazioni: non esistono delle mutazioni “dominanti” rispetto a quanto osservato, ad esempio, nei tumori polmonari dei non fumatori che in una minoranza dei pazienti sono già suscettibili di una aggressione farmacologica. E questo, rimane un punto interrogativo in quanto esiste un maggior accumulo di queste mutazioni, alcune delle quali tendono ad accelerare la malattia. Il metodo consiste nel seguire l’evoluzione del tumore concentrandosi su un gruppo specifico di geni, anziché ricorrere al più complesso sequenziamento dell’intero genoma». Un’azione che punta al cancro che ora consente di descrivere più accuratamente il tipo, la posizione e il numero di mutazioni genetiche nel mesotelioma, e permette di identificare associazioni con le caratteristiche del paziente, e i relativi dati di sopravvivenza. Anche se in Italia la produzione, la commercializzazione e l’esportazione del materiale asbestoso sono state messe al bando con la legge 257 del 1992, ogni anno si registrano 1.500 nuovi casi di mesotelioma (1.800 nel 2014). In particolare in questi decenni sono state coinvolte le popolazioni di Alessandria e di Casale Monferrato (Al) dove per circa 80 anni è stata attiva la fabbrica di Eternit.

radiografia di una persona con mesotelioma polmonareIl mesotelioma, noto quindi per la sua aggressività (che può colpire anche il peritoneo, la membrana che riveste gran parte dell’intestino, ndr), è localizzato prevalentemente nei segmenti pleurici basali e dorsali. È tutt’ora resistente alle comuni terapie, consente una sopravvivenza media di 7,7 mesi in un range che va da 1 a 72 mesi dal momento della diagnosi, la cui incidenza è nell’ordine di circa 2,2 casi per milione di abitanti e l’età maggiormente colpita è compresa fra i 40 e i 60 anni, il sesso maschile è affetto nel 70% dei casi. Anche se le esposizioni negli ambienti di vita, in generale, sono di molto inferiori a quelle professionali, non sono però da sottovalutare perché l’effetto neoplastico non ha teoricamente valori di soglia. Benché siano noti casi eccezionali con latenza inferiore ai 10 anni, le casistiche più rappresentative mostrano come il mesotelioma si manifesti abitualmente a partire dal 15°-20° anno dall’inizio dell’esposizione con una incidenza progressivamente crescente negli anni successivi. Il periodo di latenza può giungere sino a 20-40 anni, soprattutto per il mesotelioma pleurico, ancorché associato al tabagismo.

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