Mildred Pierce, e riscopri il gusto della serie Tv
Non seguivo serie tv dai tempi de I segreti di Twin Peaks, il surreale serial diretto da David Lynch e Mark Frost che negli anni ’90 incollò i telespettatori italiani davanti ai teleschermi, nell’attesa che si avesse risposta alla fatidica domanda: “chi ha ucciso Laura Palmer?”.
Da qualche anno a questa parte, invece, ci ha pensato il network americano HBO a farmi riscoprire il piacere di una serie tv, anche se l’eccezione di Lost avrebbe potuto benissimo conquistarmi prima.
La prima miniserie di HBO a catturare nuovamente la mia attenzione è stata The Pacific, epopea bellica prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks incentrata sulla guerra del pacifico. Nel corso del 2011, invece, non mi sono lasciato sfuggire Broadwalk Empire, interpretato da Steve Buscemi e Michael Pitt e ambientato ad Atlantic City durante il proibizionismo, con l’episodio pilota diretto da Martin Scorsese.
Venerdì sera, infine, si è conclusa su Sky Cinema la serie in tre episodi intitolata Mildred Pierce, diretta da Todd Haynes (Velvet Goldmine, Io non sono qui) e con Kate Winslet.
È un’altra storia molto americana, ambientata nella California degli anni ’30. Mildred, madre di due bambini e con un matrimonio appena fallito, decide suo malgrado di accettare un lavoro come cameriera, umiliandosi al cospetto dello status sociale della sua famiglia. L’ingegno, la forza di volontà e la capacità di apprendere come funziona un ristorante le consentiranno, in poco tempo, di aprire prima un ristorante tutto suo, poi una catena di locali caratterizzati da una formula di ristorazione innovativa.
Il mito americano del self made man è evidente anche se trasformato al femminile, ma la vicenda cattura l’attenzione del pubblico per una serie di ben piazzati colpi di scena e il tormentato rapporto tra Mildred e la primogenita Veda, vero alter ego della protagonista.
Le iniziali difficoltà economiche della protagonista, inoltre, rendono attuale la miniserie a un pubblico alle prese con l’attuale crisi economica, non mancando di innescare meccanismi d’immedesimazione e comunicando un messaggio molto pragmatico, di possibile riscatto umano e sociale.
Sicuramente Sky ripeterà a rotazione la messa in onda dei tre episodi, quindi cercate di non perderli perché la miniserie davvero merita e riserva sempre sorprese inattese, insieme a restituirci un’immagine raggiante della California a bassa densità abitativa degli anni ’30, grazie anche alla sfolgorante fotografia curata da Edward Lachman.
Su corriere.it ne ha parlato anche Aldo Grasso, forse il massimo critico televisivo in Italia, evidenziando come la fiction italiana sia spesso un’agiografia del personaggio protagonista, incapace di restituire chiaroscuri e ombre. Con Mildred Pierce, invece, è diverso, e almeno tre serate di emozioni sono garantite.
Andrea Anastasi