Militari e civili vittime delle guerre
Bombardamenti, sparatorie, rivolte: questi i protagonisti delle guerre.
Giovani militari di nazioni diverse che si scontrano per difendere chi l’una e chi l’altra “fazione”. Una modalità poco ortodossa per “risolvere” problematiche che attraverso gli accordi verbali o contrattuali non si riescono a chiarire.
Ogni anno milioni di militari perdono la vita per difendere la propria patria e quella degli alleati. Giovani e meno giovani che hanno scelto di servire il loro paese anche a costo della vita, muoiono.
Triste tutto ciò, crudele, difficile da accettare per i cari dei membri dell’esercito.
Ma sono solo i soldati che rischiano la vita durante le guerre?
I dati parlano chiaro: il numero dei civili coinvolti negli scontri a fuoco, durante i bombardamenti sono davvero tantissimi. Uomini che rimangono senza arti, bambini uccisi, gente che rimane inferma, famiglie sterminate. E qual’ è la motivazione della loro morte? Solo quella di appartenere ad un popolo, il cui Governo è in guerra con un altro paese. Un bambino di 10 anni ha colpa se Gheddafi non rispetta certe regole? Una mamma che accudisce i suoi figli può pagare con la vita il cattivo comportamento del suo Capo di Stato?
Tante belle parole, i civili non devono essere toccati, e invece a causa di errori umani, ciò avviene ripetutamente.
L’uomo è un animale pensante, dotato di ragione. Se usasse queste doti nel modo giusto non avrebbe bisogno di ricorrere a certi “escamotage autolesionisti” per risolvere alcuni problemi.
E dopo questa semplice analisi sulla guerra concluderei con un’altrettanto semplice frase di circostanza che sembra banale ma che a mio parere non lo è affatto: “Peace and Love”.
Giusy Chiello
Redattore Capo -giusy.chiello@ilmiogiornale.org
brava Giusy! non esistono bombe intelligenti, non esistono guerre giuste e no, anche se a volte sembrerebbe così, neppure guerre inevitabili