Nereto (Te): 11 agosto al Teatro Brecht concerto sinfonico

Concerto sinfonico ad ingresso libero nello splendido scenario del teatro B. Brecht di Nereto. Dirige il giovane direttore Luisella Chiarini, orchestra G. Rossini. Un appuntamento da non perdere per gli appassionati e per quelli che vogliono avvicinarsi per la prima volta alla musica sinfonica. Di seguito il programma della serata.

 

 
  
 

 
 
G. Martucci,

Notturno op. 70 n.1

Orchestrato all’inizio del Novecento, fu eseguito per la prima volta al Teatro Regio di Torino nel novembre 1901. Il notturno è una pagina poetica il cui successo è dovuto all’intensa liricità, con intonazione tardo romantica ed un’armonia ricca di ritardi, appoggiature e cromatismi. L’orchestrazione è sobria e al tempo stesso elegante. Il suo tono malinconico conferisce al brano una grande immediatezza.

L. van Beethoven,Sinfonia n. 3 “EROICA” in Mi bemolle maggiore op. 55
 
I. Adagio molto, Allegro con brio II. Larghetto III. Allegro IV. Allegro molto Dedicata al principe Lobkowitz ed eseguita nel 1805, la Terza è per concezione e realizzazione un lavoro assolutamente originale: una di quelle opere capaci di modificare il corso stesso della storia della musica. E’ noto che Beethoven avrebbe voluto intitolare la Terza sinfonia “Bonaparte”, in omaggio a Napoleone e agli ideali rivoluzionari che egli ai suoi occhi rappresentava. Il titolo fu poi cambiato in “Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand’uomo”, titolo che compare per la prima volta sulle parti ‘orchestra pubblicate a Vienna nel 1806. Ciò che appare veramente importante è la volontà del musicista di collegare la propria opera con la storia e nello stesso tempo di superarla: il suo eroe è un grande uomo che, pur prodotto dalla storia, non si identifica con essa ma si proietta in una sfera ideale, propria della musica. In ciò sta la grandezza del suo gesto, il suo eroismo. La forma della Terza sinfonia in mi bemolle maggiore op. 55 è un unicum che non sarà mai più ripetuto da Beethoven: per il semplice fatto che in esso la forma è una conseguenza dell’idea e del gesto che l’aveva originata. I tradizionali principi costruttivi del sonatismo classico sono rivisitati in chiave epica: due accordi perfetti maggiori all’inizio, ben sedici ripetuti fino all’autoesaurimento alla fine: giacché anche un pezzo di musica delle proporzioni inaudite di questo deve comunque aprirsi e chiudersi. Il primo movimento diventa così un dramma di proporzioni colossali, che non si esaurisce nella ripresa ma richiede l’aggiunta di una grandiosa coda di 120 battute, una specie di nuovo sviluppo, e di lì si prolunga nella grave meditazione del movimento lento, una tartarea Marcia funebre; di conseguenza, il vecchio Minuetto viene sostituito da un più sostanzioso e incisivo Scherzo; quanto al Finale, esso utilizza una forma inconsueta, nella quale trovano una originale sintesi le forme del rondò e del tema con variazioni.
 
 

 

 

 

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