Nereto, Teramo:il ringraziamento di una donna accolta dopo il terremoto
La notizia in questo servizio non c’è. In questo servizio non c’è clamore. In questo servizio esiste solo la riconoscenza di una persona speciale che ha voluto regalare la sua testimonianza e ringraziare chi ha accolto lei e la sua famiglia dopo il sisma del 6 aprile 2009, a l’Aquila.
“Voglio ringraziare tutto lo staff del Lago Verde, il signor Biagio, Peppe e gli altri, perché che ci hanno accolto facendoci sentire a casa” esordisce così la signora Franca, originaria di Udine, ma aquilana d’adozione; 47 anni, sposata e madre di un figlio ormai adulto. Franca è invalida a causa di una malattia degenerativa, e la notte del terremoto all’Aquila era a letto. Il suo pensiero fisso, dopo la prima scossa forte, quella delle 23,15, è stato quello di aiutare la suocera, con la quale viveva. “Come facciamo a scappare via?” si è chiesta Franca, “se tutt’e due non ce la facciamo a muoverci in fretta, per il problema alle gambe?” Poi è arrivata la seconda scossa, quella delle 13,45 e poi quella devastante delle 3,32. Intanto, però, il figlio Marco, che dormiva in macchina, ha raggiunto la famiglia, e in quegli attimi concitati è riuscito a vestire la nonna e a portarla in salvo, scivolando sull’acqua, che per le tubature esplose si riversava nelle scale della palazzina dove abitava la famiglia, in zona stadio. Franca prosegue “in questo albergo ci hanno trattato benissimo: cambio della biancheria settimanale, menù a scelta, non hanno fatto alcuna distinzione con gli altri clienti. Non l’avrei mai immaginato.” Ha gli occhi d’un blu cobalto che non si possono dimenticare Franca, e racconta in fretta, con la tipica cadenza friulana che ancora non l’ha abbandonata, malgrado i molti anni di vita trascorsi in Abruzzo. “La mia esistenza è segnata dal terremoto” avevo 14 anni quando la terra tremò anche in Friuli, io lavoravo in un negozio e lì ho conosciuto Armando, mio marito, che era un giovane alpino dell’Aquila, venuto a dare una mano a noi terremotati.” La storia d’amore di Franca, nata nel dolore, cresce, la coppia anni dopo si sposa e si trasferisce in Abruzzo. Poi il 6 aprile 2009. Un altro sisma. La casa fortemente lesionata, il trasferimento due giorni dopo ad Alba Adriatica e poi a Nereto, presso l’albergo “Lago verde”, insieme alla suocera, al figlio e ad altre 130 persone. La “mamma” così Franca chiamava la suocera, dopo una bella festa di compleanno si spegnerà, prematuramente, proprio a Nereto. Un nuovo, grande dolore. Insieme a Franca, oggi, all’hotel Lago Verde, sono rimasti il marito, altre 8 persone e Nerina, la cagnetta adottata da Franca e dal marito e trovata abbandonata proprio lì, nel parco dell’albergo. “Spero di rientrare a casa in autunno, perché per quel periodo dovrebbe essere pronta” conclude Franca “qui si sta benissimo, ma mi mancano tanto i miei parenti, le mie cognate e anche la mia fisioterapista, e poi mi manca tantissimo anche la mia città d’adozione, l’Aquila.”
Francesca Lippi
Nella foto: Franca, nel parco dell’hotel Lago Verde