No all’ora di caccia nelle scuole
In provincia di Brescia i cacciatori entrano nelle scuole elementari con fucili e prede impagliate per insegnare ai bambini la caccia. Patrizia chiede che si fermi tutto questo e che si tutelino bambini e ragazzi minorenni: la caccia non è un videogame da portare tra i banchi di scuola.
Per questo Patrizia ha indetto una Petizione su www.change.org
Al Ministro della Pubblica Istruzione
Agli Assessori Regionali e Provinciali di questo Paese
chiedo di non autorizzare, nè promuovere, incontri sul tema della caccia nelle scuole. Qualsiasi alone di ‘nobiltà’ possa venire assegnato a questa ‘pratica’ è solo un’iniziativa ipocrita. Perchè gli interlocutori sono menti plasmabili e l’inganno è dietro l’angolo: bambini e ragazzi minorenni ai quali si raccontano ‘fiabe’ dove i fucili non fanno male ma sono elementi culturali e consentono svago e divertimento!
Sul quotidiano Il Giorno di Brescia dell’11.3.2018 si legge che in una scuola elementare di di Brescia, da qualche settimana i cacciatori fanno lezione in classe. Organizzata dal Consorzio Armaioli portano cani e volatili imbalsamati. Vengono raccontate ‘favole’ che riabilitano il cacciatore in veste di custode della natura e… le mamme ringraziano! (e non è ironia) perché così si valorizza la tradizione. In Valtrompia, terra di fucili e tradizioni venatorie, la caccia è considerata cosa buona e giusta, da imparare sui banchi di scuola. E hanno già chiamato dalle scuole di Sarezzo, Polaveno, Lodrino per ospitare anch’essi queste lezioni così educative. Come racconta Il Giorno, anche il sindaco di Gardone, Pierangelo Lancelotti, plaude: «Capisco che per chi non vive da queste parti sia un progetto strano. Ma per noi avere a che fare con un fucile è normale”.
‘Normale’ appare anche per la Regione Veneto e la Provincia di Treviso che hanno patrocinato un”iniziativa simile titolata: “Giovani a caccia di esperienze”.
Un genere di esperienza da lasciare sempre e solo a persone maggiorenni, che hanno già raggiunto quella maturità che consenta loro di non confondere un fucile vero con quello dei videogame.