Non c’è fondo per la scuola
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’analisi atteta di Roberto La Tona su ciò che in Italia sta accadendo nel mondo della scuola.
L’ennesima beffa nel mondo della scuola sta per compiersi. E non solo per responsabilità nazionali- ministeriali (in questo caso specifico dell’ex- Ministro Profumo) ma anche per colpe locali tutte siciliane. Il concorso scuola è stato completamente inutile ai fini pratici. C’erano vecchie graduatorie del concorso del ’99 ancora da terminare; ci sono sempre le graduatorie ad esaurimento dei precari che aspettano da decenni la stabilizzazione e l’agognata immissione in ruolo, c’erano i nuovi abilitandi del TFA, voluto al posto delle vecchie SSIS prima dalla Gelmini e poi da Profumo, che agognano adesso, e direi anche giustamente, delle risposte; insomma di tutto un anno fa avrebbe avuto bisogno la scuola italiana (ricordiamo che più della metà degli edifici scolastici a livello nazionale è praticamente fuorilegge per quanto riguarda l’agibilità), eppure il Ministro tecnico dell’Istruzione (che in vita sua non è mai stato neanche un giorno in una scuola pubblica, né da insegnante né tantomeno da alunno, figuriamoci!) ha pensato bene, con l’ormai famigerato D.D.G. 82 del 24 settembre 2012, di bandire il concorso per l’immissione in ruolo nell’insegnamento per le scuole dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di Primo Grado e Secondaria di Secondo Grado: totale dei posti, 11.542, ovvero il 50% (le immissioni in ruolo solitamente vengono fatte assumendo la metà del personale dalle Graduatorie ad Esaurimento- degli insegnanti, verrebbe da dire- e metà attingendo da quelle di concorso, quando queste vi sono) di quello che sarebbe stato il numero della terza tranche del pacchetto di assunzioni siglato nel 2011 tra sindacati e MIUR (Gelmini), accordo che prevedeva come contropartita anche delle rinunce pesanti da parte dei neoassunti, come la rinuncia agli scatti d’anzianità sino al 2014.
Stiamo parlando del mese di settembre del 2012, che ha visto compiersi però qualcosa di completamente imprevedibile per Profumo: la Riforma Fornero delle pensioni, che ha innalzato ai 65 anni di età il tetto dell’età pensionabile delle donne (lo vuole l’Europa, mentre i contratti a tempo determinato per più di tre anni fanno piacere dalle parti di Bruxelles): quindi dimezzamento di pensioni, posti che non si liberano più, disponibilità che, ufficialmente, non ci sono più. Anche se questo non rispecchia il vero quadro reale della situazione (nell’Anno Scolastico 2011-2012 i pensionamenti sono stati 33.000, ma le immissioni furono 22.000 perché il piano lo prevedeva), si fa credere che sia così: quindi i 22.000 posti che dovranno essere assegnati nel 2013 si dimezzano, diventano 11.5000 circa, vengono a mancare quasi totalmente i posti nell’Infanzia e nella Primaria; nella Secondaria di Primo e Secondo Grado si dice che verranno spalmati nell’arco di tre anni. Peccato che la Riforma della piangente (figuriamoci noi) Fornero sia stata fatta a dicembre del 2011, quindi nove mesi prima del bando del “Concorsone” della scuola: non erano in grado al Ministero di Viale Trastevere di farsi comunque quattro conti? Evidentemente no! In tutto questo, i ritardi delle varie Regioni (ricordiamo che il concorso è regionale) hanno fatto veramente paura persino per un paese come l’Italia, e Toscana e (naturalmente) Sicilia non sono riusciti a sfornare vincitori, almeno per alcune classi di concorso, per l’A.S. 2013-2014. In tutto questo splendore, il Ministro Carrozza dichiara che nel 2015 “se ne farà un altro” che annullerà quello del 2012! E vai, vincitori spalmati in tre anni, piuttosto che in uno (per colpa loro), ma una terza tranche in alcune regioni non potrà nemmeno questo pur risultando vincitore perché tra due anni si annulla tutto e si riparte daccapo. Quindi un concorso costato al contribuente un milione di Euro potrebbe essere valso solamente a fare i giochi di classifica tra disperati e basta.
Per quanto concerne nello specifico, la Regione Sicilia ha avuto veramente delle commissioni di concorso al limite della sopportazione umana: cinque mesi e mezzo per correggere le prove scritte fatte a febbraio 2013; pubblicazione dei risultati l’1 agosto, con allegato calendario che vede partire le operazioni di inizio della terza e ultima prova, l’orale, addirittura il 22 agosto: bisogna fare in fretta, tra un anno ci saranno le assunzioni in ruolo! Il calendario prevede la fine delle interrogazioni nella data 29 ottobre. Si comincia! Per qualche settimana… Poi un evento imprevedibile rompe i piani: inizia la scuola a settembre, la commissione è composta anch’essa da insegnanti! Soluzioni: dilatiamo i tempi. Si finisce il 3 dicembre. Chi farà esame quel giorno avrà 15 giorni di tempo per la presentazione dei titoli (e siamo a Natale). Chissà in quale mese del 2014 avremo la graduatoria definitiva del Concorsone del 2012… Ma poco importa! Nel 2015 la Carrozza (che forse ancora non ha capito che il suo è il Governo Letta, che più che ad un filo è appeso all’aria) ne farà uno nuovo di zecca. Speriamo che altri eventi imprevedibili come, che so, la mancanza di soldi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze non minaccino questo evento epocale.
In tutto questo, e questa è la parte veramente tragica, ricordiamo le notizie di questi giorni provenienti dalla scuola: a Modica, provincia di Ragusa, la prima classe del Liceo Coreutico è composta da 49 alunni (il massimo consentito, nelle superiore è di 27 ragazzi e comunque ci deve essere 1,962 per alunno! I ragazzini disabili gravi non hanno al momento neanche l’insegnante di sostegno, almeno a Palermo, perché il Provveditorato è troppo impegnato a godersi il mare: e quando l’avranno, grazie anche a certi Dirigenti Scolastici, avranno un insegnante diviso per due. Per quattro se i casi non sono gravi (anche un disgrafico viene considerato non grave per la legge italiana). Che tristezza: quello che dovrebbe essere il mondo dove iniziano tutte le cose che riguardano la società, viene visto solamente come un luogo di razzie, dove vige solamente la legge del più forte: “Se ho i soldi, mio figlio va alle scuole private cattoliche […] che poi lo Stato mi rimborsa”.
Roberto La Tona
Foto: L’Unità