Raccontonweb: “Non contare i tuoi polli prima che siano usciti dall’uovo…” di Giuseppe Puppo
Non contare i tuoi polli prima che siano usciti dall’uovo. Tienine sempre da parte qualcuno per la frittatina
C’era una volta, nella savana, un elefante solitario. Era rimasto l’unico della sua famiglia, tutti gli altri avevano subito una tragica sorte: le zanne di sua madre erano diventate monili d’avorio, la testa del padre troneggiava nel salone della casa di un vecchio cacciatore, le sue sorelle erano finite al circo ed il suo fratellino più piccolo era stato mandato in Thailandia, ma nessuno aveva capito il perché… Solo e senza un luogo dove stare, senza uno straccio di stipendio per poter vivere, decise di intraprendere un lungo viaggio verso gli Stati Uniti, alla ricerca di un lavoro. Dopo una traversata durata mesi, finalmente arrivò a New York. La città era magnifica, anche se vista nei film gli era sempre sembrata più grande. Chiamò un taxi e si fece portare a Madison Avenue, tra la 55ª e la 56ª strada, davanti al moderno grattacielo di 37 piani che dominava la zona. Se non altro per la sua bruttura, a detta degli abitanti. Non appena fece per entrare, una guardia si parò innanzi a lui.
– Lei non può entrare lì dentro.
– Lo so che non ho l’appuntamento, appunto per questo volevo entrare e chiedere quando potrei essere ricevuto: ho sempre sognato di lavorare qui.
– Forse non ha capito: lei non può entrare, neanche con un appuntamento.
– E perché?
– Come perché, lei è…un pachiderma!
– Se è per questo, neanche lei è un figurino, ma non mi sembra che le abbiano negato un colloquio di lavoro. – Rispose piccato il povero elefante.
– Non ci siamo intesi: lei è un animale.
– Questo lo sapevo da me. Se lei se n’è accorto solo adesso, credo necessiti di una visita oculistica.
– Intendevo dire che gli animali non sono ammessi a lavorare qui.
– Ma questo è fortemente discriminatorio! Dappertutto ho visto assumere cani e porci. Per non parlare degli asini, che molto spesso sono arrivati a ricoprire incarichi di prestigio. Leoni, iene, sciacalli e avvoltoi si dividono carcasse di vecchie aziende. Serpenti, boa e coccodrilli addentano, stritolano e sbranano le loro povere prede senza troppi indugi. Persino le mie sorelle hanno il posto fisso: sono entrate nel dorato mondo dello spettacolo. A tutti loro è permesso lavorare, e a me no? Sono profondamente deluso.
E così, triste e desolato, il povero ragazzone tornò alla sua terra natale, senza accorgersi che alla fine, tra tutti gli animali, a lui il Destino aveva riservato l’esistenza migliore.
Giuseppe Puppo
Di questo autore abbiamo già pubblicato Chi pianta cortesia raccoglie amicizia … e L’amore è l’unica risposta alla solitudine…
Il quadro nella foto è di Anna Maria Pisano