Non darsi per vinti al ritmo caraibico sotto la guida di Alessia Drusilla
La Danza come inno alla speranza
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico e critico d’arte)
Nel periodo estivo le iniziative culturali associative a scopo benefico sembrano moltiplicarsi, con il massimo coinvolgimento di protagonisti e di pubblico sia per condividere le finalità “non-profit” che per godere gli effetti di questa o quella performance. Tra queste ha riscosso un discreto successo il musical “Yo no me doy por vencido” (“Io non mi do per vinto”), spettacolo di danza artistica, in particolare caraibica, a favore della associazione subalpina Malattie Prioniche e Neurodegenerative (M.P.N.D. – Onlus), che si è tenuto domenica 28 giugno nel teatro Sandro Pertini di Orbassano (Torino). Un programma di grande attrattiva diretto dalla nota danzatrice Alessia Drusilla, che ha coordinato e diretto l’esibizione degli allievi (giovani, e non) delle Scuole Tecnofitness Evolution Sport, Tangoy Mambo e Alma Latina Academy. Molti i soggetti sul palco per danzare su basi musicali prevalentemente latino-americane; vorticosi balletti (in rigorosi costumi di scena) in un danzare ritmico e cadenzato, dalla ricca fantasia mimico-espressiva, un “maestoso” volteggiare per raccontare messaggi d’arte, di socialità e di vicinanza… anche verso i più deboli. Significativa la partecipazione danzante di Virginia Di Carlo, una giovane ambiziosa che, pur “tentennante” per una forma di spasticità, ha coinvolto ed è stata coinvolta in una sorta di virtuosismo ritmico, accompagnato da un radiante sorriso tanto da illuminare la scena che sembrava non aver fine…
Lo spirito della giovane Drusilla (21 anni, ma sulla scena da 18), giovane campionessa italiana di Salsa Portoricana e Latin Hustle, ma anche abile organizzatrice e “pungolatrice” sino ad ottenere la condivisione dei suoi “Progetti” artistici da parte di Enti pubblici e privati, ha contribuito al massimo coinvolgimento del pubblico in platea (oltre 150 presenze) non solo per le molteplici performance di tutti gli allievi, ma anche per una più approfondita conoscenza della associazione M.P.N.D. che, istituita nel 2009 per volontà di un gruppo di neurologi, biologi e patologi, ha trovato in questa rappresentazione l’opportunità del suo esordio quale iniziativa sociale. «Il piacere dell’arte – ha sottolineato Drusilla – è un inno alla vita e manifestazione di socialità, e quindi un invito alla partecipazione non solo come messaggio culturale, ma anche di umana vicinanza per chi soffre…».
La sua sensibilità, che si è potuta “leggere” ad ogni passo cadenzato e volteggio, rievoca le origini del suo inizio alla danza ossia sin dalla più tenera età, in un susseguirsi di sacrifici e rinunce con l’appoggio della famiglia. Ma ancor più quando la malattia di Creutzfeldt-Jacob (rara e grave patologia neurodegenerativa, ndr) le ha “sottratto” la mamma e un altro familiare, una perdita che in qualche modo ha rafforzato la sua volontà sino a raggiungere uno degli obiettivi artistici come la Danza, momento di compensazione, momento di vita e di speranza per tutte le famiglie che sono colpite da questa malattia. Un obiettivo umanitario, quindi, anche a sostegno della ricerca scientifica che l’associazione subalpina intende perseguire, grazie anche a queste iniziative di solidarietà. «Tra le prossime iniziative – ha annunciato il presidente Federico Giordano – l’apertura di uno “sportello di ascolto” aperto alle famiglie dei pazienti affetti da malattie prioniche e da demenze degenerative. Un accesso semplice, diretto ed informale a quanti sentono la necessità di un supporto psicologico, perché spesso è difficile per chi vive in prima persona questa realtà trovare un aiuto nell’affrontare le molte criticità di tutti i giorni».
Questo gruppo (www.demenzeprioni.com), seppur giovane per costituzione e numero di soci, grazie al sostegno della Azienda Sanitaria di riferimento e della Regione sin dall’inizio si è prodigato per l’apertura di un laboratorio di Neurobiologia, unitamente alla collaborazione di privati e familiari di pazienti che oggi sostengono la propria Onlus determinati a vedere quella luce al fondo di un tunnel, che da tempo sta oscurando la vita di questi pazienti. E, l’entusiasmo catalizzatore della danzatrice Drusilla (e dei suoi allievi), vuole continuare ad essere il ritmo e il colore della speranza.