“Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro” di Claudio Collovà a Gibellina (TP)

tre persone vestite di nero, una di spalle all'altra, guardano in alto con sullo sfondo una parete grigia su cui sono appese foto in bianco e nero di volti

 “Orestiadi nel segno del contemporaneo”, giovedì e venerdì in Prima Nazionale

“Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro” di Claudio Collovà

 

tre persone vestite di nero, una di spalle all'altra, guardano in alto con sullo sfondo una parete grigia su cui sono appese foto in bianco e nero di voltiGIBELLINA – Giovedì 5 e venerdì 6 giugno al Baglio Di Stefano di Gibellina (Tp) prende il via la sezione teatrale del festival “Orestiadi, nel segno del contemporaneo”, promosso dalla Fondazione Orestiadi. Alle 21,30 va in scena in Prima nazionale lo spettacolo “Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro” di Claudio Collovà. Scene e costumi sono di Enzo Venezia, coreografia di Alessandra Luberti, musiche di Giuseppe Rizzo.

Con Salvo Dolce, Francesca Laviosa, Alessandra Luberti, Savi Manna, Emmanuelle Pointhieux, Sveva Raimondi, Arabella Scalisi, Alessandro Vella, Paola Virgilio, Gisella Vitrano. Produzione I praticabili e Officine Ouragan Palermo. Ingresso 5 euro. Biglietto al botteghino.

All’origine di Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro vi è un dipinto di Magritte, Il mese delle vendemmie. Un’immagine cara all’Autore. La finestra si è poco alla volta svuotata dei suoi abitanti che sono usciti dall’apparente fissità del dipinto e hanno assunto una mobilità a volte imprevedibile.

Quando i magrittini hanno cominciato a muoversi non si sono più fermati. Liberati dal letargo, come gli uomini del sottosuolo a cui per troppo tempo è stata preclusa la vita in movimento, hanno levato gli occhi dal libro in cui erano assortie si sono messi in viaggio. E il loro procedere è finito con l’essere sempre più vicino al viaggio di Ulisse a bordo del Titanic.  cetaceo meccanico divenuto mitico nel naufragio.

La struttura del viaggio riprende il resoconto poetico de La fine del Titanic di Enzensberger e infine molte delle immagini di Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro sono state liberamente ispirate dall’opera poetica di Rilke, che con un suo bellissimo verso ci ha donato il titolo e molto altro. Alla fine raccontiamo di uomini e donne, capaci di vedere al sollevare degli occhi, una realtà trasfigurata, frutto della totale immersione nel mondo parallelo della poesia.

UFFICIO STAMPA

Alberto Samonà

albertosamona@libero.it

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